Ieri sera prima direzione dopo la catastrofe elettorale. Cesena mostra voglia di reagire. Il comprensorio è più bloccato. Però C'è consapevolezza che in questa fase vanno abbandonati gli attendismi e serve giocare all'attacco
Clima buono (nonostante tutto), nessuna voglia di piangersi addosso è di fare processi. Queste le prime sensazioni della riunione della direzione del Pd di Cesena. La prima dopo la catastrofe elettorale.
Il dato rilevante dell’incontro sono gli interventi (molti, tra i quali Massimo Bulbi, Orazio Moretti, Matteo Marchi, Sebastiano Castellucci, Paolo Lucchi, Francesco Gualdi), ma anche i “non interventi”. Tanti.
La riunione si è svolta in una sala strapiena ed è durata sino a mezzanotte, ma in un clima ancora di trauma totale. Minore per Cesena città. Non a caso quasi tutti gli intervenuti sono stati cesenati. E proprio dal Comune capoluogo il Pd prova a ripartire.
Matteo Marchi, segretario comunale, sta mettendo in piedi una tornata straordinaria di assemblee e direttivi di circolo. Io ci metterei anche dei banchi nelle piazze, più in periferia che in centro. Per quanto riguarda gli altri Comuni del comprensorio l’impressione è che ci sia dell’immobilismo. Un po’ troppo, viste le scadenze.
Cesena invece pare aver dimostrato di non aver elaborato il lutto. Forse lo farà solo fra qualche settimana. Oppure no. Una cosa però è apparsa certa: hanno già tutti lo sguardo rivolto alle amministrative del 2019. Ed è emersa l’intenzione di affrontarle con uno sguardo nuovo: “aprendosi”, ascoltando, approntando progetti innovativi di sviluppo delle comunità.
Un po’, come in realtà fu già nel 2009, quando in molti Comuni (compreso Cesena) il Pd si pose in chiara discontinuità con le amministrazioni uscenti, ma dichiarando che sarebbe stato in continuità.
Basterà? Non lo so. Nessuno, credo, possa saperlo. Anche perché le dinamiche rischiano di non essere solo locali. Anzi, il traino nazionale potrebbe, ancora una volta, essere determinante. Non credo sia un segreto che i democratici facciano il tifo per un governo 5 stelle/Lega. Ritengono che molto difficilmente i due partiti che hanno vinto le elezioni potrebbero dare risposte esaustive e la luna di miele con gli italiani potrebbe essere breve.
Resta però il fatto che il Pd non può limitarsi a sedersi sulla riva del fiume. Deve anche dare delle risposte mettendosi in gioco. L’attendismo non serve più. Per i democratici questo è il momento di andare all’attacco. Il contropiede, fatto di eccessivo attendismo, è completamente inutile. In questa fase bisogna metterci la faccia. Quindi è meglio un po’ di sana adrenalina che, spesso, è alla base della voglia di fare.
È per questo che situazioni del genere vanno affrontate con degli stress test: darsi degli obiettivi da raggiungere in fretta e fare verifiche costanti dell’avanzamento lavori.
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