Le notizie apparse sui quotidiani che oggi mi hanno incuriosito di più
Ho sempre sostenuto che non rinuncerei mai alla quotidiana lettura dei giornali anche perché regala sempre interessanti spunti di riflessione. Per questo mi è nata l’idea de “Le mie preferite”, rubrica che comprende le notizie che mi sono piaciute di più, massimo cinque. Dovrebbe avere una cadenza quotidiana, ma non sarà rispettata. Tutto è legato al tempo (e dalla voglia) che avrò a disposizione.
Oggi le notizie che mi sono piaciute di più sono quattro. La prima, in ordine di lettura, è pubblicata su Corriere della Sera a firma di Milena Gabanelli e Rita Querzè. È un’inchiesta. Il titolo: La rivoluzione digitale vale 25 miliardi l’anno. Le autrici partono dal presupposto che per recuperare lo svantaggio tecnologico servono investimenti pubblici nelle autostrade digitali. E in Italia di lavoro vada fare c’è ne sarebbe tantissimo, in Europa su 28 stati membri siano al 24simo posto. Al primo c’è la Turchia. Secondo Confindustria serve investire 10 miliardi. Il Politecnico di Milano stima i benefici in 25 miliardi l’anno.
“La crescita passa dall’ambiente” è il titolo di un articolo pubblicato su Italia Oggi a firma di Roberto Lezzi. Emerge che ammontano a 4,2 miliardi di euro le risorse assegnate ad un fondo di prossima costituzione per l’economia sostenibile. Potrà essere utilizzato per la concessione di garanzie fino all’ottanta per cento per programmi di investimento e operazioni che abbiamo come obiettivo le iniziative sostenibili.
“Ma abbassare l’età è un attentato al patto tra generazioni” è il titolo di un intervento di Tito Boeri, ex presidente Inps, apparso su Repubblica. Boeri parla di pensioni e sostiene che creando delle continue eccezioni (finestre) si mina il sistema pensionistico perché corrompe la solidarietà tra generazioni. E sottolinea che è interesse dei pensionati italiani garantire equità. E aggiunge che si deve poter andare in pensione prima (da 64 anni), ma con una riduzione dell’assegno.
“L’Italia è un museo che vale un miliardo ma oggi ne incassa meno di un terzo” è pubblicato su Repubblica a firma di Paola Pilati. Citato uno studio di Bcg per il Mibcat. Emerge che in Italia abbiamo 378 musei, ma il nove per cento di essi produce il 53 per cento dei visitatori e l’87 per cento dei 278 milioni di ricavi. Poi si puntualizza che un museo che funziona sarebbe una ricchezza per il territorio, ma ai direttori si suggerisce di non restare seduti sulle proprie collezioni, ma di essere un manager che si interfaccia col territorio perché “il museo di suo non crea un’attività economica, ma è una scintilla che attiva un processo di combustione”.
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