RAVENNA. Da lunedì 14 a domenica 20 giugno, alle 19.30 nei Chiostri del Museo Nazionale.
Anche Giovani artisti per Dante torna in scena per unirsi alla dedica d’amore della XXXII edizione di Ravenna Festival: la speciale rassegna che dal 2016 ospita la nuova generazione di creativi si rinnova, dal 14 al 28 giugno, nei chiostri del Museo Nazionale, ogni giorno alle 19.30. Fino al 20 giugno il pubblico è invitato a rivivere il sogno di Dante descritto nel canto XIX del Purgatorio con Coppelia Theatre e Io son dolce sirena, là dove si incontrano scienza e poesia, tecnologia e teatro, biorobotica e danza. Per riscoprire, come Dante, la realtà dietro alle apparenze nel contrasto tra la cupidigia dei beni materiali e l’amore per la conoscenza. Questo raffinato progetto di ingegneria teatrale – regia, scenografia e immaginifiche macchine sceniche firmate da Jlenia Biffi che si è avvalsa della consulenza artistica di Francesca della Monica – vedrà in scena Maria Sole Brusa, anche autrice della drammaturgia, Michele di Mauro e Irene Catani, in un’atmosfera sonora scandita dai testi di Dino Campana e amplificata dalle musiche di Stefano Bechini. L’appuntamento è realizzato in collaborazione il Teatro del Drago e il biglietto di ingresso è a 1 Euro.
Il XIX canto del Purgatorio si apre con uno dei tre sogni di Dante (gli altri due si trovano nei canti IX e XXVII): poco prima dell’alba, cioè nell’ora in cui secondo la tradizione i sogni sono veritieri, appare una “femmina balba, / ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta, / con le man monche, e di colore scialba” (vv. 7-9). Sotto gli occhi del Poeta, la donna si trasforma, diviene attraente e proclama se stessa “dolce sirena”; il canto ingannevole viene però interrotto dall’apparizione di un seconda donna, sollecita e virtuosa, e la donna balba viene svelata nella sua mostruosità.
Queste due figure femminili si sfideranno nel chiostro del Museo Nazionale. Un inarrestabile processo di trasformazione ricopre l’una di piume e le conferisce grandi zampe di leone; i suoi movimenti sono felini, bestiali, richiamano la terra, la carnalità, la materialità. L’altra – Eterea, l’Angelo della Sollecitudine – è al tempo stesso in simbiosi e antitesi alla prima. La genesi della Sirena è raccontata attraverso una selezione dai Canti Orfici e dagli Inediti di Dino Campana e l’intensità dell’atmosfera sonora scandisce il percorso interiore e esteriore della Creatura in mutazione. La figura umana da larva informe diventa donna, poi essere felino dotato di protesi meccaniche e artigli; infine raggiunge la forma completa di Sirena alata, senza tuttavia esaurire il mistero della propria identità. Dietro la performance c’è un’ampia riflessione sull’applicazione della biorobotica al teatro alla danza: le ali, i trampoli a forma di zampa di leone, gli artigli meccanici sono protesi innestate sulla danzatrice, il cui corpo si trasforma acquisendo nuovo peso, nuova forma, nuovi limiti, ma anche nuove possibilità. Così la Sirena, ibrido donna-animale della mitologia, diventa oggi un ibrido donna-macchina.
Coppelia Theatre, compagnia residente in Toscana, è attiva dal 2010 con un’indagine al confine tra teatro e cinema d’animazione, arte e scienza, attraverso l’incontro tra tradizionali tecniche costruttive e moderna sperimentazione ingegneristica. Alla base della poetica della compagnia c’è infatti la costante sperimentazione di una comunione tra poesia e tecnologia. La Compagnia ha prodotto spettacoli di teatro di figura e arti performative, rappresentati in Italia e all’estero; costruisce inoltre macchine sceniche per cinema e teatro e ha ricevuto numerosi riconoscimenti anche in Europa.
Jlenia Biffi, direttore artistico e visual designer della Compagnia, è diventata una puppet maker con maestri del teatro di animazione come Stephen Mottram, Gyula Molnar, Toni Zafra Ortiz e Vladimir Zakharov, fino a perfezionarsi presso il teatro siberiano 2KU dove ha appreso i segreti costruttivi della marionetta da polso. Con Stefano Bechini ha vinto nel 2016 il premio per le migliori musiche originali al Festival di teatro di figura Valise in Polonia.
Mariasole Brusa ha cominciato giovanissima a praticare teatro; l’interesse per la filosofia, coltivato negli studi alla Sorbona e a Bologna, la spinge a concentrare la propria produzione teatrale sull’approfondimento e diffusione di tematiche filosofiche. Dal 2010 si interessa al teatro di figura, fondando con Gianluca Palma la compagnia All’inCirco, per cui cura la regia e la messa in scena di svariati spettacoli.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
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