I Menoventi con Majakovskij al Ravenna Festival

RAVENNA. Mercoledì 14 luglio, alle 21.30 al Teatro Alighieri, il nuovo lavoro sulla morte del poeta.

Il più appassionante cold case della letteratura russa nasce il 14 aprile 1930, con la morte di Vladimir Majakovskij: un colpo al cuore espunge dalla vita, ma non dalla storia, il poeta più amato, idolatrato, invidiato, deriso della Rivoluzione – perché si è sparato? Pressioni politiche? Isolamento intellettuale? Delusioni amorose? Mercoledì 14 luglio, alle 21.30 al Teatro Alighieri, Menoventi porta in scena per Ravenna Festival Il defunto odiava i pettegolezzi, ideato da Consuelo Battiston e Gianni Farina ispirandosi al complesso lavoro d’indagine che Serena Vitale, tra le più importanti slaviste italiane, ha dedicato a quella misteriosa fine. Giocando con gli stilemi del noir e del giallo, rincorrendo ipotesi, prospettive e testimonianze in un fantastico gioco di specchi, Menoventi anche la fine di una generazione straordinaria, la fulminante parabola di un manipolo di ragazzi che si riunirono sotto il vessillo della Rivoluzione d’Ottobre, trasformarono radicalmente l’arte e, soffocati dalla deriva autoritaria dell’utopia, terminarono con violenza le loro opere, o la vita stessa. Per questa coproduzione – che unisce il Festival, E Production / Menoventi e Operaestate Festival Veneto – sono in scena Consuelo Battiston, Tamara Balducci, Leonardo Bianconi, Federica Garavaglia, Mauro Milone; i costumi sono curati da Battiston ed Elisa Alberghi.

Lo spettacolo è supportato dal servizio di audiodescrizione in diretta per il pubblico ipovedente, realizzata dal Centro Diego Fabbri e Incontri Internazionali Diego Fabbri con il supporto di San Crispino – La cultura nel cuore e il contributo della Regione Emilia Romagna.

Il defunto odiava i pettegolezzi è una frase tratta dalla lettera d’addio del poeta e il titolo del libro (Edizioni Adelphi, 2015) in cui Serena Vitale ha magistralmente esplorato testimonianze di contemporanei, giornali dell’epoca, documenti riemersi dagli archivi dopo il 1991 (dai verbali degli interrogatori ai pettegolezzi raccolti da informatori della polizia politica)… Al diffondersi della notizia del suicidio di Majakovskij, alcuni parlarono di segno – quello della morte dell’utopia – altri di sifilide, di tasse oppressive, persino di un preciso disegno per vendere più libri. Senza contare l’imbarazzo e l’irritazione della nomenklatura di fronte a quella “stupida, pusillanime morte”, inconciliabile con la granitica gioia dello Stato rivoluzionario.

La produzione della compagnia faentina – di cui Gianni Farina cura anche drammaturgia, regia, suono e luci – ha avuto una storia travagliata, complice la pandemia, e ha attraversato due tappe intermedie (L’incidente è chiuso nel 2019 e Buona permanenza al mondo nel 2020) prima di raggiungere la sua forma finale. Oggi Il defunto odiava i pettegolezzi si immerge nel mistero della morte di Majakovskij con la consapevolezza che poesia e biografia si intrecciarono a tal punto che è impossibile confrontarsi con uno solo dei due aspetti. Cercare di mettere ordine agli ultimi frenetici giorni del poeta significa inquinare le prove con altre dimensioni narrative e quindi occorre rimodulare il linguaggio ogni volta che si incontra un nuovo punto di vista. Senza dimenticare che, nei propri ultimi anni, Majakovskij decise di rivolgersi direttamente ed esplicitamente ai posteri, agli “spettabili discendenti” cui inviava messaggi, preghiere e moniti, così rinunciando a vivere nel proprio tempo e demandando la felicità a un mondo a venire popolato di donne e uomini fosforescenti. Noi stessi, genti del futuro, come ci immaginava il poeta.

Dal 2005 Menoventi porta avanti una ricerca personalissima sul teatro, attraversata dall’intelligenza dell’ironia e dallo svelamento dei piani della rappresentazione. Gli spettacoli sono ingranaggi, labirinti, inganni che interpellano lo spettatore. La costante tensione fraforma e contenuto, sempre in sincronia con il presente, li spinge a sperimentare il formato seriale. Prima con Survivre, in cui il tema della sopravvivenza si incrocia con la forma della copia, poi con ASCOLTATE! progetto dedicato ai turisti, con interviste raccolte e ricomposte alla maniera di Menoventi. Sul confine fra game e reality si trovano lavori come Postilla e il format TV Art Breakers. La sensibilità sociologica e politica di Menoventi è messa a fuoco da lavori come Credi ai tuoi occhiVita Agra del Dott. F., da Bianciardi, e Docile: spettacolo spartiacque che immette elementi biografici della compagnia.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org   

Biglietti: posto unico numerato 15 Euro, under 18 5 Euro

L’appuntamento è anche in streaming su ravennafestival.live

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