La povertà dietro l’angolo

La speranza è che venga ascoltato il grido d'allarme lanciato dal governatore Visco

CESENA. Come è logico, i fari sono puntati sul presente: la guerra in Ucraina. Ed è quindi inevitabile che gli analisti e non solo si concentrino su quello che sta accadendo. Però bisogna anche avere uno sguardo sul futuro che non appare per nulla roseo. L’impressione è che sia diffusa la convinzione che finito il conflitto nel giro di poco tempo le cose possano tornare come prima. Ma è una visione ottimistica e bisogna cominciare a fare i passi necessari per non farsi trovare impreparati.

E che il pericolo sia reale è dimostrato dalla presa di posizione di Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, persona non abituata a parlare a caso come, invece, sempre più spesso, fanno i politici. Non ha usato mezzi termini anche e soprattutto quando ha detto che il quadro è così complesso e nebuloso che le conseguenze economiche, politiche e sociali sono “difficili da prevedere”. 

In un evento organizzato dal Mulino e da Eur Culture per Roma, Visco ha pronosticato un forte “deterioramento” del quadro economico, capace di rallentare i progressi degli ultimi dieci anni. Ed ha suggerito che per  limitare i danni serva fare partire un coordinamento internazionale rilevante perché il quadro è così complesso e nuovo che le conseguenze per la produttività e sociali sono difficili da “prevedere”. Ha aggiunto che, ancora una volta, saranno i più deboli e i giovani a pagare il prezzo maggiore. Inoltre ha stimato che nel mondo oltre 100 milioni di persone torneranno in stato di povertà estrema.

inoltre è inutile nascondersi che diventa più difficile la svolta ambientalista perché ora il passaggio diventa più difficile. “L’attenzione – ha detto il governatore – si sta spostando su temi come la sicurezza energetica, la fornitura di gas, la diversificazione delle fonti di energia, le materie prime” e queste “sono nuove sfide che si vanno a sovrapporre alla transizione green rendendola più ardua”.

Insomma, i segnali lanciati sono forti e chiari. La speranza è che la politica ne prenda atto e faccia i passi necessari per evitare quello che è successo in passato: mancata visione di prospettiva. E quello che fa male è che spesso è successo per un calcolo egoistico: è molto più facile fare promesse e dire sempre no. Poi gli effetti si vedono. Speriamo sia stata capita la lezione.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.