Nel quinquennio 2007/2011, caratterizzato da una crisi economica senza precedenti, peraltro non ancora conclusa, la cooperazione di servizi dell’Emilia-Romagna ha registrato un importante aumento del fatturato (+38%), arrivato a superare i 5,6 miliardi di euro, mentre gli utili si sono praticamente dimezzati facendo segnare una flessione del 48,1%. A questa diminuzione si è accompagnata una forte contrazione dei margini operativi che ha sensibilmente penalizzato la redditività delle imprese. Ciò nonostante gli addetti hanno dimostrato un incremento del 18% superando le 44.000 unità che si aggiungono agli oltre 69.000 soci (di cui 42.000 soci lavoratori), operanti nei settori del trasporto delle persone e delle merci, logistica, ristorazione e nei multiservizi. Rappresentano complessivamente il 17,4% del Prodotto Interno Lordo del comparto e l’1,3% dell’intero PIL regionale.
Questo il quadro della cooperazione di servizi in Emilia-Romagna tracciato da Daniele Passini, presidente regionale di Federlavoro e Servizi-Confcooperative, aprendo i lavori dell’Assemblea unitaria sul tema “La cooperazione di servizi oggi e domani” promossa a Bologna da Agci, Federlavoro e Servizi e Legacoop Servizi dell’Emilia Romagna. «Un settore – ha sottolineato Passini – che ha quindi contribuito in misura significativa alla tenuta economica e sociale del sistema produttivo, soprattutto sul fronte dell’occupazione».
L’oggettiva difesa occupazionale da parte delle cooperative di servizi è stata ribadita anche da Alberto Armuzzi, presidente di Legacoop Servizi Emilia-Romagna, «come dimostra la ridotta richiesta degli ammortizzatori sociali e il forte consolidamento del lavoro rispetto alla redditività. Ora serve innovazione nell’impresa e nella forza lavoro, ha aggiunto Armuzzi, per la qualificazione delle imprese, sostenuta da un crescente aumento del capitale sociale e del patrimonio al fine di dare continuità aziendale, anche a favore delle nuove generazioni, mantenendo così inalterato il livello di mutualità interna ed esterna».
«Anche in Emilia-Romagna – ha aggiunto Armuzzi – resta prioritario il tema della legalità, perché l’inclusione malavitosa è a livelli allarmanti mettendo a rischio l’imprenditoria sana.Per la cooperazione operante nella logistica e nei trasporti assumerà quindi particolare importanza l’approvazione del progetto di legge regionale per la “Promozione della cultura della legalità e della responsabilità sociale nel settore della logistica, movimentazione merci e servizi a committenza pubblica e privata che fornirà per la prima volta elementi utili contro il dumping contrattuale».
«Lo stesso progetto di legge – ha spiegato Armuzzi – dopo che lo stesso sarà approvato (proprio per non rallentare ulteriormente l’iter), andrà ampliato per tutte le altre attività che riguardano la fornitura di servizi (alla committenza pubblica e privata), alle cose, alle persone ed al territorio».
Proprio perché sottolinea sempre Armuzzi dalla crisi si esce nella legalità così come la ripresa economica la si avvia e la si consolida nella legalità. Deve finire definitivamente l’epoca degli abusi e dei furbetti, ne va della tenuta della coesione sociale e del welfare a livello nazionale e regionale.
Gian Carlo Muzzarelli, Assessore alle Attività Produttive della Regione Emilia-Romagna, ha presentato una visione strategica e d’insieme del comparto «in quanto i servizi e il loro sviluppo futuro vanno correlati alle varie filiere manifatturiere regionali, in base anche a quanto definito nel Piano triennale delle attività produttive della Regione Emilia-Romagna. Nel nostro territorio la crescita è legata alla centralità dei settori manifatturieri – ha detto Muzzarelli – che devono poter contare però su un alto livello di efficienza dei servizi alle imprese, erogati nel rispetto della legalità e da qui il Progetto di legge per la promozione della legalità va decisamente in questa direzione».
«La cooperazione dei servizi – ha affermato Massimo Mota, presidente Agci Emilia Romagna – vive ogni giorno i problemi derivanti dalla concorrenza sleale di altre imprese che puntano al massimo ribasso e quindi può essere competitiva sul mercato se ha come alleato il sindacato e gli enti pubblici per arginare una situazione penalizzante che sta scadendo verso tariffe che a malapena riescono a coprire il costo del lavoro».
«Per consolidare e accrescere la cooperazione di servizi – ha concluso Mota – è necessaria una migliore strutturazione delle imprese e maggiore qualificazione dei rapporti con la committenza. In questo senso la futura auspicata unità delle Associazioni cooperative, che si traduce nel progetto in itinere dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, deve assistere e accompagnare le cooperative nel processo di elevazione della loro dignità, promuovere il loro sviluppo imprenditoriale e la loro industrializzazione perché non siano percepite solo come prestatrici di mano d’opera».
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Emilio Gelosi
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