Un ente dotato delle stesse funzioni e degli stessi poteri attribuiti alla Città Metropolitana di Bologna
CESENA. E’ tempo di far nascere la Provincia Romagna. Lo chiedono le Centrali Cooperative, AGCI, Confcooperative Romagna e Legacoop Romagna, sottolineando la necessità di un ente dotato delle stesse funzioni e degli stessi poteri attribuiti alla Città metropolitana di Bologna.
”I territori delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, devono rappresentare l’ambito sul quale innestare i poteri, le attribuzioni e le funzioni di un nuovo Ente intermedio, collocato tra Comuni e le Unioni dei Comuni, e la Regione – recita la nota delle Centrali Cooperative – Noi pensiamo ad una Provincia Romagna istituita con funzionidi programmazione e di gestione di tematiche di ambito sovracomunalee di area vasta.Spetta alle istituzioni individuare la strada migliore e più corretta per arrivarea un simile traguardo”. La proposta è stata formalizzata in occasione dell’incontro organizzato oggi a Cesena.
La convinzione espressa nel documento è che senza un riferimento politico istituzionale preciso e certo, le azioni, pur importanti, programmatiche e di governo, che verranno definite nel Piano strategico Romagna Next, rischiano di restare distinte e slegate da un impianto unitario e di sistema. “Proponiamo che già ora le tre Province romagnole si rendano protagoniste della sottoscrizione di un accordo di programma che le impegni ad esercitare insieme le competenze attualmente loro assegnate dalle leggi ed eventualmente estendere gli ambiti della loro collaborazione”. Le Centrali cooperative ritengono strategico riprendere il confronto con le altre categorie economiche sul Tavolo delle Associazioni d’Impresa della Romagna e sottolineano che la proposta di dar vita alla Provincia Romagna comporta un affinamento delle norme regionali relativo all’ordinamento istituzionale, modificando il sistema delle deleghe assegnate agli enti locali e gli strumenti di programmazione.
Tra le proposte figurano: sostenibilità ambientale, programmazione energetica, competitività del tessuto economico su orizzonte nazionale e internazionale, infrastrutture, sistema aeroportuale romagnolo che deve trovare un equilibrio, pianificazione territoriale, il welfare e il rapporto pubblico privato e imprese università.
La Romagna viene candidata come potenziale polo nazionale di produzione di energia da fonti rinnovabili e dalla transizione ecologica ed energetica.Ma per un territorio che voglia confrontarsi e competere con i maggiori distretti d’Europa vi sono infrastrutture indispensabili come il corridoio Adriatico, visto come grande asse strategico di interesse nazionale e lo sviluppo di E45-E55, fino all’innesto con il raccordo autostradale Ferrara mare e con l’A13. Tra i nuovi potenziamenti prioritari c’è il Porto di Ravenna in rapporto con la rete ferroviaria.
Anche le aree interne vanno aiutate con una strategia di sviluppo, così come il turismo e la cultura, pesantemente colpiti in periodo pandemico, devono poter ripartire con progetti in partenariato pubblico privato.
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