L’università è un microcosmo variegato, in una sola aula si possono trovare ragazzi e ragazze provenienti da città e regioni diverse. Per quanto una lezione possa essere interessante, non c’è modo di resistere alla tentazione di vagare con lo sguardo e curiosare in questo mare di diversità. Immancabilmente lo sguardo si poserà su un particolare: il piercing alla narice di quella moretta, o i capelli rasati del fusto di turno. Di certi particolari ci si può anche innamorare. E a quel punto si farà di tutto per dare un nome e una voce a quel piercing e a quei capelli. Si cercherà un buon pretesto per ricominciare a fumare, pur di chiedere una sigaretta, si penserà a un motivo per trovarsi davanti allo stesso distributore di caffè alla stessa ora. O più semplicemente si lascerà un messaggio su Facebook.
È nata infatti la pagina “Spotted Università di Bologna” (spotted = avvistato), seguendo una moda che già diffusa da ormai due anni nelle università nordeuropee e che a piccoli passi si sta affacciando anche nel nostro Paese.
Si tratta di gruppi dove gli studenti di una stessa università, o in particolare di una stessa biblioteca, possono inviare messaggi e commenti sugli altri studenti presenti in aula, mantenendo l’anonimato. C’è chi utilizza questo spazio per rendere pubbliche dichiarazioni d’amore o colpi di fulmine, chi le usa per lamentarsi del vicino fastidioso e chi solo per segnalare qualcosa di divertente.
Il progetto è nato e naufragato nel giro di pochi mesi all’interno della UCL (University College London), per poi essere recuperato e adattato alla realtà di Facebook dal suo creatore, Mark Zuckerberg.
C’è da aspettarsi che gli italiani, da sempre molto ricettivi per le novità ludiche della rete, accoglieranno a braccia aperte questo nuovo strumento di socializzazione. Ma siamo sicuri che si tratti proprio di questo? Di socializzazione? In Inghilterra si è diffuso un certo scontento tra chi si è sentito, più che “avvistato”, “spiato”, ma anche tra chi si è riconosciuto nei commenti (sempre anonimi) non proprio lusinghieri di propri compagni di corso.
Si tratti dell’ennesimo passo avanti nella trasposizione delle dinamiche della vita reale all’interno della comunità virtuale. A Forlì è attiva la pagina per il corso di Mass Media e Politica, ma al momento conta solo 11 “amici”. Anche nella provincia romagnola le chiacchiere della pausa caffè stanno per essere sostituire da un messaggio nella posta privata.
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