Di Placido: Il turismo romagnolo ha bisogno di un salto di qualità

Non possiamo che salutare con favore l’annunciato salto di qualità di “Una certa Romagna”, che dovrebbe diventare il marchio di un protocollo d’intesa per la gestione e la promozione associata di un’offerta turistica integrata da parte dei Comuni di Cesena, Bagno di Romagna, Bertinoro, Cesenatico, Forlimpopoli, Sarsina Verghereto, comuni delle Terre del Rubicone (Borghi- Longiano-Montiano- Roncofreddo-Savignano sul Rubicone – Sogliano al Rubicone) insieme al consorzio Cesenatico Holidays e Terre di Romagna.
Vorremmo però sottolineare che questa decisione, a dieci anni dalla nascita di “Una certa Romagna”, più che un successo può essere definito come l’unica alternativa possibile.
Perché, che ci sia bisogno di un salto delle politiche turistiche, è fuori di dubbio, e sono i numeri forniti a dimostrarlo.
Prendiamo l’esempio di Cesena: il raddoppio delle presenze dal 2002 al 2012 (da 62.000 a 128.000) significa essere passati da 0,33 presenze annue a camera di albergo disponibile sul territorio a 0,66 presenze (considerando 12 alberghi con una media di circa 50 camere, aperti almeno 300 giorni l’anno; non calcoliamo i bed and breakfast ma il dato cambierebbe poco). Un po’ poco considerando un periodo di dieci anni.
Ecco perché torniamo sulla necessità di aggiornare le politiche turistiche, che hanno certamente bisogno di politiche di “area vasta”, ma necessitano anche di un salto di qualità progettuale e logistico, che risponda ai clamorosi cambiamenti che hanno caratterizzato la ricerca e la scelta di un soggiorno negli ultimi anni.
Contano sempre meno gli uffici e le brochures, contano sempre più le politiche di marketing e la presenza su telefonini, computer, tablet.
Anche per questo motivo il vero salto di qualità può essere garantito solo coinvolgendo di più e meglio quel variegato mondo privato che vive di turismo e che fino ad oggi non è mai stato coinvolto compiutamente non tanto sul “come”, ma soprattuto sul “cosa”, in maniera che contribuisca a creare l’offerta turistica, e non solo a farne parte (e spesso neanche quello).
E’ un banco di prova anche per il privato, che dovrà dimostrare di saper superare miopie ed egoismi.
Wellness, enogastronomia, divertimento, ma anche cultura: la benzina nel motore del turismo del nostro territorio c’è, ed è anche di ottima qualità. Occorre una scuderia affiatata che faccia uscire la macchina dal rodaggio.

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Luigi Di Placido

mprenditore settore divertimento e servizi, gestione eventi, consulenza artistica e musicale. Segr. di Consociazione e Capogruppo in Cons. Comunale (PRI)