Riflettete. Con 102 milioni di visitatori nei parchi e un fatturato che sfiora i 12 miliardi di euro, il turismo natura continua a crescere nonostante la crisi. Dal 2007 ad oggi ha registrato un aumento del sette per cento delle presenze nelle strutture ricettive delle aree protette (+21 per cento di incassi). Sono i dati diffusi a Favignana, Levanzo e Marettimo, le isole siciliane che fino al 2 giugno diventeranno promoter del turismo all’aria aperta con l’iniziativa “Egadi a pedali, a remi, a piedi”, promossa da Vivilitalia, la società di Legambiente che si occupa di turismo ambientale, il Comune di Favignana e l’area marina protetta delle Egadi.
Al turismo di massa si è sostituita la massa dei turismi: per l’escursionismo a piedi, il cicloturismo, il kayak, l’attività subacquea una volta si parlava di nicchie di mercato oggi sono segmenti che fanno il mercato. In Germania cinque milioni di persone ogni anno si concedono una vacanza in bici dormendo fuori almeno una notte. Più in generale si è passati dalle lunghe vacanze sdraiati sulla spiaggia a brevi tregue dal lavoro che durante l’anno ci si concede per ritemprarsi e seguire una passione.
E non è tutto. Secondo il recente rapporto Italiani, turismo sostenibile e ecoturismo, della Fondazione Univerde – IPK, sei italiani su dieci ritengono che la sensibilità per l’ecoturismo e il turismo sostenibile nei prossimi 10 anni crescerà.
Insomma, tutto lascia credere che questa sia la nuova domanda, ma bisogna saperla intercettare inventando prodotti turistici che la interpretino correttamente.
Ecco, la questione è tutta qui. Ed è questa la domanda che noi romagnoli dobbiamo porci se vogliamo costruire un nuovo modello di turismo. Qualcosa che affianchi il sole, mare e spiaggia, un modello che comincia ad essere vecchiotto e che risente del peso degli anni.
Noi abbiamo tutto per sviluppare il modello del turismo natura. Parchi, percorsi naturalistici, aree naturali, tratti che soddisfino le esigenze di ciclisti o runner: qualsiasi richiesta può essere soddisfatta. Inoltre ci si possono unire le proposte culturali e quelle enogastronomiche, tutte offerte gradite da chi pratica il turismo naturalistico. Bisogna però crederci e fare sistema. Andare oltre la notte rosa. Il capodanno dell’estate è stata una giusta intuizione e bisogna continuare a spingerlo investendoci tutto quello che è necessario. Ma bisogna fare altrettanto per spingere su un’offerta diversa che potrà dare importanti risposte anche all’entroterra.
Nello stesso tempo, però, bisogna evitare di scatenare un guerra che diventerebbe un conflitto fra poveri. Abbiamo la fortuna di avere un territorio in grado di proporre diversi tipi di proposte turistiche. Serve la capacità di creare le giuste sinergie fra i diversi modelli. Lo dimostrano i risultati ottenuti grazie a importanti iniziative sportive, a partire dalla Nove Colli. Non è più un caso isolato. Ma lo dovrà essere sempre meno. Ma, fra i vari attori, servirà il l dialogo. Anche per la compilazione dei calendari e la creazione di nuove iniziative.
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