“Serve una politica di investimenti”

Marcello Borghetti, segretario Uil: "Fondamentali per il rilancio dell'economia". Ritiene si possa intervenire anche in deficit

“Rimaniamo nel pantano perché manca lo sviluppo, quindi non si crea ricchezza e quando va bene si distribuisce carità” così Marcello Borghetti, segretario della Uil di Cesena, ha esordito nel suo intervento alla conferenza di organizzazione della Uil regionale.
Ha poi ricordato che la politica economica di questa Europa crea enormi diseguaglianze e un attacco sistematico ai diritti senza riuscire ad essere competitiva  poi si lacera la coesione, la solidarietà e l’Europa stessa il nuovo presidente degli Stati Uniti, può piacere o meno, ma dando vita ad una politica protezionista, non genera la crisi europea, semplicemente la accelera mentre noi stiamo discutendo di 3,5 miliardi di tagli alla manovra di bilancio, l’Inghilterra stringe consistenti rapporti commerciali con gli Stati Uniti.

kQuindi chiede un cambiamento radicale delle politiche economiche prima di sbattere. “Hanno detto che il problema era la concertazione; ma il problema non è lì anzi, forse li è la soluzione. Non lo ammetteranno mai, ma a noi interessa solo che parta il confronto, anche nel territorio dove vige una totale autoreferenzialità contrassegnata da una mancanza di visione strategica unificante l’unità d’azione sindacale, così fortemente voluta dalla Uil di Carmelo ha permesso, nonostante gli attacchi, alcuni primi risultati, quali ad esempio accordo sulla previdenza e il rinnovo di alcuni contratti abbiamo il difficile compito di resistere uniti perché le sfide non ammettono divisioni e non mancano le sfide, penso al debito pubblico sul quale sta proseguendo una grande mistificazione, tutta tesa a creare una guerra fra poveri”.


Poi invita a non toccare le pensioni. “Su una cosa siamo consapevoli, ovvero che il debito pubblico è un fardello che peserà sulle generazioni future, il fatto è che sta già pesando su quelle attuali. Ma dobbiamo ribadire con inusitata forza che il debito pubblico non è la conseguenza di previdenza, scuola, sanità e stato sociale, ma è  il frutto della burocrazia, corruzione e sprechi che insistono nella previdenza, sanità, scuola e stato sociale e negli appalti. È il risultato dell’evasione fiscale scientificamente voluta come moneta di scambio elettorale …
la questione poi della spesa previdenziale che è al lordo della spesa assistenziale e che è inferiore alla media europea, grida vendetta, altro che fardello”.
E ha concluso: “Cambiare le pensioni dare lavoro ai giovani significa dare risposte previdenziali in uscita per tutti giovani compresi e significa nello stesso tempo rispondere al tema occupazionale dei giovani.  Altro che creare fardelli. Certo, rimane il tema di un forte rilancio del sistema economico sapendo che passa da una politica di investimenti anche in deficit solo per questa strada si potranno stimolare anche gli investimenti privati, l’economia, l’occupazione i redditi e i consumi, innescando un ciclo virtuoso. Per distribuire ricchezza occorre crearla, viceversa avremo una società lacerata”.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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