Caos in Pronto soccorso. Ecco la soluzione

Fausto Aguzzoni propone di fare un ambulatorio per i codici bianchi gestito da medici di base abolendo la continuità assistenziale

Molto interessante la proposta di Fausto Aguzzoni per cercare di risolvere il problema  del sovraffollamento al Pronto Soccorso determinato dai codici bianchi.

 

Aguzzoni conosce la materia in modo molto approfondito essendo stato medico di base per tantissimi tantissimo tempo. È  in pensione da circa diciotto mesi. Ma, siccome non si è  mai voluto far mancare niente, è  stato un politico di lungo corso ed ha avuto  un’importante esperienza amministrativa. Nel secondo mandato di Giordano Conti è  stato vicesindaco e assessore alla Sanità.

Per dare una risposta al problema dei codici bianchi ha scritto, a commento dell’articolo: “Si risolve solo in un modo: abolizione della continuità assistenziale H 10 dei medici di base nei nuclei di cure primarie e sostituzione di questo pseudo servizio con ambulatorio apposito nei pressi del Pronto Soccorso , gestito dai medici di base, per i codici bianchi!”.

 

Ha ragione. A me da l’impressione di essere l’uovo di Colombo. È una soluzione abbastanza semplice, ma che potrebbe essere estremamente efficace.

La continuità assistenziale dei medici di base è stata un’importante innovazione, ma, di fatto, è quasi inutile perché sono pochissimi i pazienti che la utilizzano. Ci si continua a rivolgere al Pronto soccorso, mentre, in caso di bisogno, sarebbe molto più semplice, veloce e meno costoso andare dal medico di base disponibile in quel momento. Però è un servizio che non sfonda. Evidentemente è  difficile scrostrare abitudini consolidate.

 

Nello stesso i codici bianchi continuano ad affollare il Pronto soccorso. Le motivazioni sono diverse. Ma, cambiano i fattori e non il prodotto. Più  di una volta si è parlato di creare ambulatori riservati ai soli codici bianchi. Ma non aveva torto anche chi sosteneva che una soluzione simile fosse uno stimolo maggiore per chi è portato a rivolgersi al Pronto soccorso  per patologie da codice bianco e, quindi, si rischiava di aumentare il caos.

Ma, ora, si inserisce la proposta di Aguzzoni. Che è diversa. Sarebbe da organizzare. Di fatto ogni medico di base si dovrebbe mettere a disposizione per un determinato periodo a settimana  (quattro/sei ore?) nell’ambulatorio riservato ai codici bianchi. Poi si potrà parlare se in determinati giorni o in certe ore si dovrà utilizzare personale dell’Ausl. Una cosa è certa le due strutture (Pronto soccorso e ambulatorio dei codici bianchi) dovranno essere complementari, ma non sovrapponibili.

Forse non si risolverebbe definitivamente il problema delle file. Ma chi si rivolge alla struttura pubblica per una patologia lieve deve anche saper pazientare. Nello stesso tempo, però, la situazione in Pronto Soccorso cambierebbe completamente e la struttura finalmente potrebbe essere utilizzata nel modo migliore e si potrebbe anche pensare a una diversa organizzazione sia degli spazi che del personale.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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