Le differenze fra destra e sinistra

Per me (che sono anziano) restano incompatibili. Ma Giggino Di Maio pare non essere della stessa idea

Non c’è niente da fare. Devo rassegnarmi. Sono anziano. Io sono tendenzialmente contrario all’uso dei termini in inglese. Non li abòrro, ma non mi piacciono. Cerco di usare sempre l’italiano. Eppure ieri mi è venuto naturale usare il termine think tank, anche nel titolo.

 

Me ne sono reso conto riguardandolo. E mi sono illuso di essere stato travolto da un vento di gioventù. Poi sono andato a correre e mi sono venuti i primi dubbi. Quindi sono tornato a leggere le cronache politiche e mi sono reso conto che sono proprio anziano.

L’Ho capito quando ho cercato di fare chiarezza sulla proposta di Giggino Di Maio. Il giovane leader dei 5Stelle ha detto che è pronto a sottoscrivere un contratto di governo con Lega o Pd. L’uno in alternativa all’altro.

 

Innanzitutto a mettermi in difficoltà è  stata una scelta strategica. Giggino ha usato un aggettivo (contratto), io avrei utilizzato un sostantivo (alleanza). E già lì mi sono reso conto che sono anziano, che la mia visione è stantia, superata.

 

Ma la pietra tombale sulle mie speranze (o ambizioni?) giovanilistiche sono arrivate un po’ dal mal di schiena, ma soprattutto dal tentativo di lettura politica della proposta di Di Maio.

 

Dialoghiamo con Lega e Pd e firmiamo il contratto con chi ci sta. Forse le parole di Giggino non sono state esattamente quelle, ma il senso sì. Ed allora, mi sono detto, vediamo quali possono essere i punti programmatici che giustificano un’alleanza, pardon, la firma di un contratto.

E lì, mi sono bloccato. Mi sono posto una domanda alla quale, ancora, non sono riuscito a darmi una risposta: come può una proposta andare bene sia alla Lega che al Pd?

 

Stiamo parlando di due formazioni politiche che hanno programmi diametralmente opposti. Se una cosa per uno è bianco, per l’altro è nero. Ma è legittimo che sia così. Per fortuna è così. Ognuno di noi ha (o dovrebbe avere) dei valori nei quali riconoscersci e che determinano le decisioni. Io non voto per chi è più simpatico, ma per chi ha le idee più vicine alle mie.

 

Io non ho mai votato Berlusconi per una lunga serie di motivi, ma, soprattutto, perché non condivido la politica liberista.

 

Ma sono dubbi che il Giggino nazionale pare non avere. Lui, evidentemente, ha una visione e una proposta politica universalistica. Una visione moderna come, del resto, deve essere quella di un giovane rampante. Onestamente mi verrebbe da dire che il fine giustifica i mezzi. Oppure avrei voglia di usare un altro sostantivo: inciucio. Però mi rendo conto che ha sbagliare sono io. Perché sono anziano e continuo a pensare che destra e sinistra (o centrodestra e centrosinistra) siano due cose diverse e difficilmente compatibili. Invece capisco che è un po’ come la deontologia. Sta diventando un valore sconosciuto.

 

Permettetemi però una domanda: è giusto tutto questo?

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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