Politologi affermati sostengono che nei prossimi decenni l’acqua sarà il vero bene oggetto del contendere, più dello stesso petrolio.
Ricordo bene quando il vecchio Sindaco Zanniboni, per tanti anni anche presidente del Consorzio Romagna Acque, diceva che il completamento dell’invaso di Ridracoli con la capillare distribuzione e immissione nella rete idrica romagnola avrebbe definitivamente risolto il problema dell’approvvigionamento di acqua potabile per tutto il nostro territorio, dal Santerno al Marecchia.
E a Zanniboni, che aveva sicuramente visto giusto difendendo a spada tratta la costruzione della grande diga, deve andare la nostra riconoscenza.
Poi è stato costruito il Canale Emiliano Romagnolo (per fortuna) che inizialmente doveva essere riservato solo ad usi irrigui ma che ora costituisce una importante riserva d’acqua anche per le nostre case.
Sono sempre stati mantenuti attivi – e io dico: grazie alla lungimiranza degli amministratori di allora – gli emungimenti dai pozzi, pozzi che qualcuno, ritenendo (a torto) più che bastante Ridracoli, voleva chiudere.
Ora, con il passare degli anni e la crescita costante dei consumi di acqua nonchè il ripetersi di condizioni meteo poco favorevoli, ci si rende conto che c’è la necessità di realizzare nuovi invasi nel nostro Appennino. Si compiano ricerche e si ipotizzino scenari ma penso sia maturo il tempo delle scelte, stante la consapevolezza che la ricerca di nuove fonti della preziosa acqua non può rimanere aria fritta ma, nell’interesse di tutti, deve concretizzarsi in progetti seri e realizzabili in tempi certi.
Ennio Gelosi
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