Romagna e Cesena bussano da Bonaccini

Oltre alla giunta sono diversi i nodi che il riconfermato governatore dovrà dipanare

Risolvere il pasticcio Romagna. Dovrà essere uno dei primi obiettivi di Stefano Bonaccini, rispetto governatore della regione. Alla Romagna vanno nove consiglieri su cinquanta. Pochi. C’è qualcosa da rivedere. Intanto, però, potrebbe metterci una toppa con il numero degli assessori. Ne potrebbe nominare quattro: un ravennate (Corsini), un riminese e due per Forlì Cesena. Potrebbero essere Lia Montalti e Vicini. Entrambi sono cesenati, ma Vicini potrebbe rappresentare anche Forlì, territorio nel quale si muove bene. 


Stefano Bonaccini

La scelta potrebbe avere un serie di benefici positivi. Lia Montalti sarebbe un ottimo assessore all’Ambiente. Il suo ingresso in giunta inoltre permetterebbe il ripescaggio di Zoffoli. A Forlì tifano per questa soluzione. Perché il Pd forlivese in poco tempo ha perso: Comune, parlamentare (Di Maio è andato con Renzi) e consigliere regionale. Indubbiamente un po’ troppo e a Bologna non possono sottovalutare questo aspetto. E, in questo senso, si inserirebbe anche la nomina nei Vicini, soluzione che potrebbe essere gradita anche a Cesena. In questo modo ci sarebbe anche il giusto equilibrio fra le tre province romagnole.

Ci sono poi gli interventi. E fra questi non c’è il nuovo ospedale di Cesena. Quello ormai è cosa vecchia. Ora bisognerà vigilare sui tempi. Per quanto riguarda Cesena sono due le opere che ritengo prioritarie: collegamento veloce Forlì Cesena e circonvallazione di Calabrina. Su quest’ultima penso che nessuno abbia dei dubbi. Anzi, se non sarà fatta in questa legislatura qualcuno ne dovrà rendere conto.


La secante

Il primo invece rischia di passare in secondo piano perché prende sempre più corpo la convinzione che per quel compito sia sufficiente l’autostrada. Scuola di pensiero che sta prendendo sempre più corpo anche a Cesena dove cresce il numero di persone che ritiene sufficiente superare il nodo di Capocolle. Posizione non del tutto condivisibile, per due motivi. Innanzitutto nel momento in cui si supera il nodo di Capocolle si potrebbe pensare di arrivare fino a Forlimpopoli e non fermarsi a Panighina. Sarebbe una svolta epocale per la via Emilia. Il tratto Torre del Moro/Forlimpopoli sarebbe scaricato del traffico di attraversamento, a partire da quello pesante, e diventerebbe un viale vero e proprio. Il tutto con grandi vantaggi per l’ambiente e il trasporto pubblico.

Inoltre un collegamento veloce Forlì/Cesena diventa indispensabile a supporto del “nuovo” aeroporto di Forlì. La struttura potrà funzionare solo se sarà collegato alla costa ravennate e cesenate. Quindi serviranno servizi (corse) fatte da Start alla quale però bisognerebbe mettere a disposizione  percorsi veloci. E, per raggiungere la Riviera cesenate sarebbero importanti il collegamento veloce Forlì/Cesena e la circonvallazione di Calabrina. Ma raggiungendo in fretta Cesena ne potrebbero trarre vantaggio anche le corse o i trasporti diretti a Ravenna e che potrebbero scegliere la E45.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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