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Si continua a lavorare per la composizione della nuova giunta regionale. Per ora ci sono solo alcuni tasselli del puzzle. Pare che saranno solo due gli assessori provenienti dalla Romagna. Però con deleghe pesanti. Ai quali, poi, si dovrebbe (o potrebbe) aggiungere il presidente del Consiglio.
Se questo fosse lo schema potremmo anche cercare di riempire le caselle, compito non subito facile in quanto gli aspiranti assessori sono molti. Uno dovrebbe essere Corsini. Il condizionale è d’obbligo, anche se non dovrebbe essere necessario per chi, nella passata legislatura, ha lavorato bene. Però potrebbe essere un uomo forte. Oltre al Turismo potrebbe occuparsi di infrastrutture. Con deleghe o ruoli.
Sull’altro nome c’è il punto interrogativo. Potrebbe essere la riminese Raffaella Sensoli, esponente di spicco dei 5Stelle. Ieri Repubblica non la inseriva nell’elenco dei nomi già decisi. Sono: Elly Schlein (sarà vicepresidente), il renziano Marco Felicori alla Cultura e Vincenzo Colla, vice di Landini alla Cgil, allo Sviluppo economico e Lavoro. Italia Oggi però dava per scontata la nomina della grillina, pasdaran del voto disgiunto. Non a caso alla notizia il quotidiano economico ha dedicato un taglio medio di quattro colonne in prima pagina. Resta il fatto che chiunque sia dovrebbe avere un assessorato legato all’Università e a tutto quello che è innovazione, tema molto attuale.
Se lo schema fosse questo non ci sarebbe posto per la cesenate Lia Montalti che, però, non resterebbe con il cerino in mano. Potrebbe essere la nuova presidente del Consiglio regionale, ruolo che in passato aveva ricoperto un’altra cesenate, Monica Donini. Un incarico, quello di presidente, che Lia Montalti potrebbe anche gradire se non addirittura preferire a quello di assessore. Ha però una controindicazione: non permetterebbe il ripescaggio di Paolo Zoffoli, terzo piddino (per meno di cento voti) come preferenze nel collegio di Forlì-Cesena.
Intanto i tre sindaci del Pd delle principali città romagnole stanno facendo squadra ed hanno abbandonato rivendicazioni di campanile così come successe cinque anni fa per il Bonaccini uno. Restano i problemi del Pd di Forlì che, in poco tempo, ha perso Comune, parlamentare di riferimento e consigliere regionale.
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