Progetto fotografico di Gloria Teti a Camerino a 4 anni dal terremoto che devastò la città
CESENA. “Dentro la Zona Rossa” è un progetto fotografico sviluppato all’interno della Zona Rossa della Città di Camerino (Macerata), con il quale la fotografa cesenate Gloria Teti ha deciso di ricordare il 4°anniversario del terremoto nel territorio marchigiano.
Erano le 21:18 del 26 ottobre del 2016, quando un terremoto di magnitudo 5.9 devastò la Città di Camerino e stravolse la vita di migliaia di persone. Oggi, a quattro anni di distanza, il centro storico di Camerino è ancora una grande Zona Rossa.
Proprio per questo, per far si di non dimenticarsi di una delle tante nostre realtà colpite da questo terribile avvenimento, Gloria Teti ha voluto creare un reportage fotografico (che è possibile vedere per intero sulla pagina Facebook Gloria Teti Photo e sulla pagina Instagram Gloria Teti Photo).
La storia e le conseguenze riguardanti il terremoto di quella notte, le conosciamo tutti. Così, la fotografa, ha lasciato che le sue foto venissero accompagnate da un pensiero di Alessandra Sagratella, amica Camerte trasferitasi a Cesena da qualche anno:
C’era una volta Camerino, la mia Città.
Vorrei tornare indietro di almeno quattro anni, per rivederla com’era. Vorrei che tornasse quella di prima, o comunque, che tornasse, in un modo o nell’altro.
Le favole ci hanno insegnato che c’è sempre un lieto fine e proprio come in una favola, mi aspetto il tanto atteso lieto fine, ovvero: la rinascita di questa Città eterna, sospesa su una collina avvolta dalle nubi.
Camerino si trova a 676 metri sopra il livello del mare, per chi arriva da Nord o da Sud, siamo gente di montagna all’apparenza un po’ diffidente, ma chi conosce la montagna sa che c’è una regola non scritta: dove in tanti si arriva e in tanti si torna. E così, poco a poco, un forestiero capirà che se un Camerte si lega a te, lo farà per sempre.
Vi auguro di avere nel cuore un po’ di Camerino e se così non fosse, passate a fargli visita, perché Camerino è “un anziano signore in lunga degenza”, apprezzerà la vostra visita e con uno sguardo, vi regalerà un pezzo di sé.
Vorrei terminare questo mio pensiero, dicendo che questo reportage non ha lo scopo di suscitare tristezza, pietà o compassione, ma vuole mostrare le ferite che Camerino, dopo ancora quattro anni, porta con sé… e con lui, tutti i Camerti.
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