Dopo le ultime schermaglie
CESENA. Andrea Scanzi, uno dei giornalisti al momento più popolari, attacca Giorgia Meloni: “Urla di meno, sei alla Camera non al mercato del pesce”. Chiaro il riferimento ai toni sguaiati che la leader di Fratelli d’Italia usa alla Camera che poi sono gli stessi che utilizza in continuazione. Premesso che anch’io sono infastidito da quei toni ed anche dai termini che ha usato nel suo discorso alla Camera durante il dibattito sulla fiducia a Conte, però penso che non sia questo il campo sul quale combattere Giorgia Meloni. Anche perché lei è molto brava a parlare alla pancia dell’elettorato.
Per questo il confronto dovrebbe essere spostato tutto sul piano politico. Partendo dall’europeismo o, in particolare, dai rapporti con l’Europa. Lei ha sempre detto che non se ne vuole andare, ma vuole cambiarla. Fin qui tutto bene. Però vuole farla interfacciandosi con Ungheria, Polonia e i paesi guidati da esponenti della destra che hanno una visione nazionalista e guardano all’Unione con sufficienza, per usare un eufemismo. Stati che, fra l’altro, hanno qualche problema anche con l’applicazione dello stato di diritto.
Per carità, è una posizione legittima, ma debole. Forse sarebbe meglio interfacciarsi con chi quei tavoli li guida. Perché noi di una certa Europa ne abbiamo bisogno. E’ fondamentale creare un continente solidaristico e che metta in secondo piano i nazionalismi. Adesso tutti parlano del recovery, ma è da tempo che dall’Europa traiamo dei vantaggi. Anche nel 2020 l’Italia è stata la prima beneficiaria della finanza Bei con 11,9 miliardi (+8,2%) di prestiti e garanzie per 32,4 miliardi di investimenti sostenuti. Il vicepresidente della Banca europea per gli investimenti, Più di un euro su sei erogati dalla Bei è andato al Belpaese, dove è anche aumentata l’attività di consulenza sui progetti (sono state 121 le richieste lo scorso anno).
Finanziamenti che però arrivano da tempo. Fra i tanti spiccano i due miliardi per l’ alta velocità Napoli-Bari, il più grande progetto singolo mai fatto nella storia della Bei. Peccato però che questa operazione sia stata concepita nel 2000 e che si è impiegato un ventennio per renderla finanziabile. Colpa che non può certo essere addebitata alla Ue.
Certo, l’Unione Europea non è un guerriero senza macchia. Va riformata. Per farlo però è meglio sedersi ai tavoli che contano usando toni ecumenici o sbattendo i pugni sul tavolo da una posizione di estrema retroguardia?
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