Nel dopo Covid non saremo tutti uguali

Gli effetti rischiano di essere devastanti se la risposta non sarà adeguata

CESENA. Davanti al virus siamo tutti uguali. Lo ha detto il presidente della Repubblica parlando con degli studenti delle scuole elementari. Mattarella ha ragione, perché le malattie non guardano in faccia a nessuno. Non fanno distinzioni. I virus no. Le conseguenze economiche sì. Per quelle non siamo tutti uguali. Non a caso cresce la forbice fra ricchi e poveri. I primi lo sono sempre di più, mentre i secondi sono aumentati. A pagare pegno è stata soprattutto la classe media, la vera ricchezza del Paese. Il fenomeno si era già evidenziato con la recessione del 2008 e la crisi degli anni successivi, ed è esploso per gli effetti di questa pandemia. 

I segnali sono tanti. Uno di questi e forse il più significativo arriva dalle abitudini alimentari o, per meglio dire, da come viene fatta la spesa. C’è una sorta di polarizzazione. Da una parte c’è più attenzione nella scelta dei prodotti, con un aumento della vendita di quelli locali e biologici. Insomma, si guarda un pò meno al prezzo e si cerca quella qualità che è anche sinonimo di maggiore sicurezza. Ma il vero fenomeno degli ultimi due anni è la crescita dei discount, punto vendita dove il prezzo basso è l’aspetto più importante. 

Non si può fare finta di niente. Il dopo Covid è caratterizzato da un’infinità di emergenze. Ma  le nuove povertà sono la voce principale di un allarme rosso che può essere affrontato solo con interventi strutturali, non con provvedimenti spot. “Abbiamo sconfitto la povertà” urlava Giggino Di Maio quando il governo diede il via libera al reddito di cittadinanza. Ma non può essere quella la risposta. Il supporto economico alle persone in difficoltà non deve mai mancare da parte dello Stato. Ma non può essere l’alternativa. Quella manovra fa ripensata, non tanto nell’aspetto economico, ma in quello filosofico. Il primo obiettivo deve essere creare lavoro. Ma non un impiego a prescindere, di quelli sottopagati e sfruttati. Qualcosa che garantisca un reddito degno di tale nome e una sicurezza adeguata. Inoltre bisogna creare uno Stato moderno con dei servizi adeguati. A partire da scuole dell’infanzia che possano essere di supporto alle famiglie. Non esiste che per tanti genitori l’ancora di salvezza debbano essere i nonni. Il loro ruolo è importantissimo, ma non per sopperire alle mancanze del sistema. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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