I tormenti della destra

Interessante analisi oggi su Huffingthonpost

CESENA. Non sono di destra e mai lo sarò. Per un motivo molto semplice: ho una cultura progressista che è in contrasto con i valori dei conservatori. Inoltre sono keynesiamo, quindi in contrasto col liberismo caro a molti di destra. Secondo me essere progressista significa sostenere la necessità di accelerare il progresso, cioè l’evoluzione della società, nell’ambito politico, sociale ed economico; essere favorevole ad una società globalizzata, uniformizzata, multietnica; sostenere il consumismo per rafforzare la redistribuzione del reddito; essere favorevole alla medicina d’avanguardia; appoggiare l’evoluzione industriale, da quella attuale ad una più moderna, più utile, meno inquinante e meno stressante, favorendo al massimo il virtuale e il digitale. Valori che difficilmente possono piacere ai conservatori.

Questo però non significa che ci sia disinteresse per quello che fa una certa destra, quella che oggi Filippo Rossi, su Huffingthonpost, definisce la buona destra che è quella moderata, liberale ed Europea ed è in contrapposizione con quella nazionalista e populista. Due forze in antitesi. In Francia la destra gollista è da sempre avversaria del lepenismo di qualsiasi gradazione; in Germania la Cdu di Angela Merkel difficilmente governerebbe con un partito nazisteggiante come Alternative für Deutschland.

Cosa che, secondo Rossi (leader de la “Buona destra”), deve succedere anche in Italia. Infatti scrive: “Per esistere davvero, per contare davvero, una destra liberale ed europea deve avere il coraggio di dire no a qualsiasi tipo di estremismo. Deve avere il coraggio di non farsi prendere in giro. Il coraggio di mettere confini. Senza una trincea “a destra” qualsiasi tentativo di costruire una casa solida sarà fallimentare perché non farà che creare alibi e giustificazioni a estremisti che sguazzano in una palude putrida, fatta di promiscuità valoriale, in cui tutto si mischia e tutto si annulla. Ecco, la buona destra deve saper diventare cattiva. Deve cominciare a essere seriamente “di destra”, sancendo gerarchie valoriali e incompatibilità politiche. Eppure il patto sovranista e anti europeo siglato qualche giorno fa tra Salvini, Meloni, Le Pen e Orban dovrebbe aprire gli occhi a tutti coloro che si dicono liberali ma in realtà si appiattiscono sugli estremisti di destra per meri interessi elettorali. E invece niente”.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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