Roberto Magnani in scena all’Almagià

Roberto Magnani (ph. Marco Parollo)

RAVENNA. Lunedì 1, martedì 2 e mercoledì 3 novembre (ore 21) all’Almagià Roberto Magnani / Teatro delle Albe portano in scena SIAMO TUTTI CANNIBALI. Sinfonia per l’abisso, da Moby Dick di Herman Melville.

In Siamo tutti cannibali è l’abisso che abita ogni essere umano il vero protagonista. Una “sinfonia” – nata da una personalissima selezione di brani tratti dal capolavoro letterario di Herman Melville – in cui il contrabbasso diventa la voce dell’intero Pequod, pervaso dagli scricchiolii del ponte sotto i piedi dell’equipaggio come dal furioso sbattere di code degli squali affamati contro la prua, e in cui risuonano le voci del capitano Achab, di Ismaele e di tutto l’equipaggio. Il tempo della scena è un antro misterioso e fa affiorare una domanda: siamo tornati indietro o siamo all’inizio di una nuova umanità? Lo spettacolo fa parte della programmazione di Fèsta, in collaborazione con E Production.

«Moby Dick è da sempre – ricorda Roberto Magnani – da quando l’ho letto per la prima volta poco più che ventenne, il mio livre de chevet. Il più grande libro di mare mai scritto, forse il più bel romanzo americano, un caposaldo della cultura occidentale». Un libro sulla rovina, sul tramonto della nostra società, canto straziante e psicotico, mistico e delirante. «L’ho letto oramai diverse volte, ci torno spesso e, come un libro magico, aprendolo a caso ottengo indicazioni sul futuro. Credo che non esaurirò mai il mio rapporto con questo libro, continuerò a lavorarci per tutta la vita, come una fonte di inesauribile sapienza».

Siamo tutti cannibali, però, è nato da una precisa richiesta: Giacomo Piermatti, sopraffino contrabbassista allievo di Daniele Roccato e di Stefano Scodanibbio, dopo aver collaborato con il Teatro delle Albe in Purgatorio, chiamata pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri, ha proposto a Magnani un percorso di lavoro a due che, dopo qualche esperimento, si è concretizzato attorno a una prima selezione di brani tratti proprio da Moby Dick. Data l’impronta musicale e sonora del lavoro di voce e contrabbasso si è unito alla squadra, con un contributo prezioso e fondamentale, Andrea Veneri, giovanissimo regista del suono allievo di Luigi Ceccarelli (storico collaboratore delle Albe), anche lui conosciuto e apprezzato durante il pluriennale lavoro su Dante della compagnia ravennate.

Il Pequod, la baleniera capitanata da Achab, è in Melville un affollarsi di voci e di razze, una vera nave americana, una nave di folli agli ordini di un folle capitano in una folle caccia a un fantasma. E in questa sinfonia, il contrabbasso – amplificato in modo da creare piani sonori ben differenziati e con l’aggiunta di elaborazioni basate sul ritardo e la moltiplicazione del suono che ne modificano e incrementano l’espressività – diventa la voce dell’intero Pequod, pervaso dagli scricchiolii del ponte sotto i piedi dell’equipaggio come dal furioso sbattere di code degli squali affamati contro la prua. Una sinfonia in cui la musica, creando uno spazio sia emotivo che fisico, tenta di manifestare tutto quello che le parole lasciano solo intuire, mentre le variazioni timbriche della voce, che si succedono durante la performance, vengono amplificate attraverso l’uso di riverberazioni digitali che ne variano la spazialità, l’enfasi o la crudezza.

Il tempo della scena è misterioso: siamo tornati indietro o siamo all’inizio di una nuova umanità? E altrettanto misterioso è lo spazio scenico: relitto adagiato sul fondo dell’oceano o magari cimitero di navi, oppure, ancora, antro oscuro (il ventre della balena, come Geppetto e Pinocchio? O forse solo un teatro?) in cui, come totem, sorgono frammenti, lastre metalliche piegate, corrose, consumate dal tempo. Su queste, la mano del giovane artista ravennate Bacco Artolini ha disegnato segni antichi, geroglifici, rappresentazioni di antiche o nuove divinità.

«I capolavori della letteratura formano sempre una specie di lingua straniera nella lingua in cui sono scritti. Penso a Foglie d’erba di Whitman o a Pinocchio di Collodi. Melville ne inventa una – la “lingua della Balena”, la chiama Deleuze – che stravolge l’inglese. Lingua inumana o sovrumana. Da qui, la scelta di ricorrere alla traduzione di Cesare Pavese. Non solo perché fu il primo traduttore del romanzo in Italia o per l’esperienza d’abisso che l’autore de Il mestiere di vivere si portava addosso, ma soprattutto per la musica della sua lingua non databile, sospesa nel tempo come può esserlo la grande poesia. Un italiano che non è più solo italiano ma lingua originale e originaria proprio come quella di Melville. Una lingua-mondo, una sorta di Bibbia segreta e magica».

SIAMO TUTTI CANNIBALI. Sinfonia per l’abisso
con Roberto Magnani
musiche originali dal vivo Giacomo Piermatti (contrabbasso)
regia del suono Andrea Veneri
residenza artistica Masque Teatro, Ultimi Fuochi Teatro
produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con festival Crisalide, Operaestate Festival, Associazione Perda Sonadora, Cisim

BIGLIETTI
Intero 12 €, Ridotto* 10 €, Carnet da 5 spettacoli 40 € *Under30, Abbonati a La Stagione dei Teatri
I biglietti sono in vendita online su ravennateatro.com e vivaticket.com.
I posti sono limitati. È consigliato l’acquisto online. Prevendita telefonica con pagamento tramite bonifico o Satispay al numero 333 7605760 da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 14.00.
La biglietteria è aperta da un’ora prima nello spazio spettacolo con i biglietti rimasti a disposizione.

INFORMAZIONI
Ravenna Teatro tel. 0544 36239 / 333 7605760, biglietteria@ravennateatro.com

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