C’è il crollo dei consumi. Non farsi ammaliare da lustrini e pailletes

I dati forniti dall'Istat sono impietosi

CESENA. La fonte è autorevole: Il Sole 24 Ore, principale quotidiano  economico italiano. Inoltre cita una rilevazione dell’Istat, il che significa che il dato è certo e non c’è nessuna interpretazione. C’è una forte contrazione dei consumi: in ottobre sono aumentati in valore dell’ 1,3% rispetto a ottobre 2021, ma sono diminuiti del 6,3% in volume, segnando il dato peggiore da giugno scorso, quando cioè è iniziata l’ inversione di tendenza rispetto agli incrementi dei mesi precedenti. Negativa sia in termini di valore (-0,4%), sia di volume (-1,2%), è invece la variazione su base mensile.

In sostanza l’ aumento in valore è dovuto solo agli effetti dell’inflazione, ma di fatto siamo di fronte a una brusca frenata degli acquisti. Pagano pegno tutti i beni, ma soprattutto quelli alimentari, le cui vendite crescono in valore del 4,7% rispetto al 2021, ma diminuiscono in volume del 7,9%, percentuale quasi da brividi. Per i non alimentari il calo è sia in valore (-1,1%) sia in volume (-5,2%). 

Stando così le cose è inevitabile che ci sia preoccupazione per l’andamento del Natale anche perché nelle tasche degli italiani inizierà a pesare il costo della bolletta energetica. Non a caso Il Sole 24 Ore riporta che da un’indagine che Ipsos ha condotto per Federdistribuzione emerge che tre italiani su cinque si aspettano un Natale sottotono per la propria famiglia. Il problema è che la contingenza non sia solo legata al Natale. Anche perché le brutte notizie non sono finite. Nella recente relazione consegnata al Parlamento l’Istat ha lanciato l’allarme sugli stipendi: a fine anno, in termini reali, rischiano di scendere  “molto al di sotto dei livelli del 2009”. Il principale colpevole di questa situazione è l’inflazione e il mancato  adeguamento dei salari.  

Il problema va affrontato in fretta per evitare che la situazione si sedimenti e peggiori ulteriormente un quadro sociale già preoccupante. Serve quindi intervenire subito, a partire dalla tutela dei redditi bassi. Per prima cosa però bisogna prendere consapevolezza dell’emergenza. Perché il fenomeno della povertà è in aumento e non bisogna farsi ammaliare dai dati turistici e dalle presenze nei ristoranti e nelle pizzerie. Se non sarà messo un argine è destinato a diminuire il numero delle persone che non potrà prevedere spese extra nel proprio bilancio familiare.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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