Politici imborghesiti. L’opposizione si fa in piazza

Bisogna partire dal sociale

CESENA. Di sicuro Elly Schlein una cosa buona l’ha fatta: non andare da Vespa. Politicamente parlando quello è uno spazio tv inutile in quanto è visto da un pubblico che ha già le idee chiare e non passerà da un partito all’altro. Più che il salotto potrebbero pesare i “5 minuti” perché collocati in una fascia oraria vista anche da telespettatori con le idee meno definite. Ma l’impressione è che quello spazio sia vissuto più come una fascia pubblicitaria che non come un programma di approfondimento.

Resta però il fatto che l’avvento di Elly Schlein alla guida del Pd non ha dato quella ventata di energia che poteva essere previstai. Il problema non è legato alle scelte politiche o ai giochini di palazzo che spesso rischiano di essere una sorta di masturbazione cerebrale. Il problema è che Elly e con lei tutto il partito, come chiunque che l’ha preceduta (in tutti gli schieramenti e a tutti i livelli) è chiusa nel palazzo. Non ha il contatto con le persone. E a poco servono le sporadiche uscite alle manifestazioni di piazza. 

Se vuole incidere e ottenere crescite che non vadano oltre lo zero virgola, la politica deve tornare in piazza. Quella vera. E’ importante essere in quella virtuale, ma è fondamentale esserci sempre e comunque in quella reale. E lì che si respira l’aria che tira nel paese. Le persone ormai sentono la politica distante perché è venuto a mancare il contatto diretto. I banchetti non sono qualcosa di vintage, ma una necessità. E’ anche vero che sono “pericolosi”, perché con il contatto diretto c’è il rischio di prendersi degli attacchi. Ma quelli sarebbero importanti. Perché una persona che non ne vuole sapere tendenzialmente ti ignora. Ci sono poi gli avversari politici schieratissimi che non si limitano, ma quelli vanno messi nel conto. Però la buona parte di coloro che criticano, anche in modo pesante, sono persone deluse, ma che possono essere recuperate proprio grazie al contatto diretto. Non certo partecipando a salotti televisivi o con quei pastoni politici dei Tg sui quali è meglio stendere un velo pietoso.

E, magari, si capirebbe che bisogna concentrarsi sul fronte sociale. Non farlo può fare sembrare che la sinistra possa aver spostato l’asse della sua storia, mantenendo la sua natura, ma, come scrive Ezio Mauro su Repubblica, cambiando silenziosamente la sua cultura.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.