Le elezioni e il centro

Resto convinto che le vicende della zona più centrale incideranno poco o niente sull'esito del voto. Ecco perché

La mia storia professionale è piuttosto articolata. Ma è fuori di dubbio che il periodo più lungo è stato quello passato a Cesena (la mia città) alla guida della redazione del Corriere. Sono stati venti anni nei quali mi sono arricchito professionalmente. Fra l’altro ha conciso con una profonda trasformazione professionale: da grintoso cronista di nera e giudiziaria sono passato ad occuparmi di politica ed economia.
In venti anni ho seguito cinque campagne elettorali. L’ultima solo parzialmente. Ho smesso di lavorare tre mesi prima del voto. Però mi ero già fatto un’idea di come sarebbe andata. E non mi sono sbagliato. Così come non mi ero sbagliato le altre quattro volte. Non perché io fossi un analista particolarmente illuminato, oppure perché fossi in grado di leggere il futuro. Le stesse previsioni le facevano anche i miei colleghi. Non so loro, ma io questa volta, invece, non sono in grado di fare previsioni. È vero che mancano ancora due anni al voto, ma in passato a ventiquattro mesi dalle urne si cominciava ad avere un quadro abbastanza preciso.

Cesena – (Photo credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Adesso è impossibile. Ci sono troppe variabili. La prima sono le elezioni nazionali della prossima primavera. La seconda sono la scelta dei candidati. In particolare dei 5Stelle che, potenzialmente, sono i principali concorrenti del Pd.
C’è poi la variabile web. Questa può essere molto importante. Anche perché le opposizioni sono molto forti, mentre il Pd in pratica è assente. Un po’ per mancanza di persone, ma soprattutto per una visione di Lucchi che, in questo caso, non si è voluto adeguare con il cambiamento delle cose. Cinque anni fa la rete poteva essere considerata poco più di un club fatto dalle stesse persone che parlano tra di loro e si auto motivano. Adesso non è più così.

Piazza del Popolo – Cesena (credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Quello che invece non sta cambiando è il dibattito. Così come negli ultimi 23 anni continua a latitare sul centro storico. E qui si sta facendo un favore al Pd. Resto dell’idea che il centro inciderà poco o niente sull’andamento del voto. Li sento già i “bu” arrivare. Può darsi che sbagli, ma ne sono  fortemente convinto, per una serie di elementi.
È vero, Lucchi ha tolto la sosta da piazza della Libertà, ma ha già annunciato che creerà una serie di eventi che dovrebbero garantire una maggiore presenza di persone e se non topperà in maniera clamorosa riequilibrerà, più o meno, gli svantaggi.

https://www.flickr.com/photos/ziowoody/

Cesena – Palazzo del Capitano (photo credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)

Ma, soprattutto, prendo alcuni esempi legati al recente passato. Sul centro i sindaci sono sempre stati sotto scacco, ma il Pd o Pds o Ds, o come diavolo si chiamava, è sempre andato bene. Negli anni invece i risultati migliori li hanno ottenuti i partiti o le liste civiche che si occupavano meno di centro e più di periferie. In particolare parlo di Davide Fabbri che a parte il 2009 (a causa del boom dei 5stelle) è sempre andato ben oltre la media dei voti dei Verdi e di  Alberto Magnani che ottenne dei risultati che andarono ogni più rosea previsione.
Ma, se permettete, vorrei metterci anche la mia esperienza personale, per quello che può valere. Nei quattro lustri in cui sono stato alla guida del Corriere sulle politiche per il centro sono sempre stato molto chiaro. Anche quando Lucchi era alla Confesercenti e difendeva piazza della Libertà a spada tratta, ho sempre sostenuto che il centro andava personalizzato creando dei parcheggi a corona. Restai fermo sulle mie posizioni anche quando La Voce e la Confcommercio volevano addirittura la riapertura alla sosta in piazza del Popolo. Quindi avevo una posizione che doveva essere in antitesi con quella dei commercianti. Però il giornale non solo non ha mai perso copie, anzi le ha guadagnate costantemente, anche in centro. E non crediate che non tenessi monitorato l’andamento. Un po’ preoccupato lo ero.


In conclusione io credo che, a mio avviso, si debba partire da una considerazione: Cesena è fatta di dodici Quartieri e in undici dei problemi del centro sono interessati molto, ma molto marginalmente. È per quello che resto convinto che alle elezioni saranno determinanti soprattutto le periferie. Quelli di Roma e Torino forse sono casi limite. Però non possono non essere citati.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.