Il primo segnale deve arrivare dal nazionale che ora è impalpabile. Ma anche il locale deve dimostrare di avere unità e un progetto forte
Creare ricchezza e distribuirla nel modo più equo possibile. Dovrebbe essere questo il mantra di un Pd che ha un disperato bisogno di un rilancio che passi da una proposta politica. E, a mio avviso, serve il giusto mix fra socialdemocrazia e liberaldemocrazia. E facce nuove. Ma di tutto questo non è stato fatto assolutamente niente dopo la catastrofe del 4 marzo.
Oggi Ezio Mauro scrive su Repubblica: il problema non è perdere le elezioni, ma — al punto in cui siamo — perdere se stessi, la ragione di esistere, la capacità di rappresentare la propria gente.
Sotto accusa c’è l’immobilismo del Pd nazionale che rimane fermo mentre il mondo nuovo mette in crisi il pensiero liberale e la stessa identità dell’Occidente, e l’Italia sperimenta la torsione a destra più feroce degli ultimi decenni. Da più di cento giorni al Nazareno l’elettroencefalogramma è piatto. Quindi, non ci si può meravigliare se le elezioni amministrative sono andate in un certo modo. Anzi, vista l’impalpabilità dell’azione politica, mi verrebbe da dire che sono andate anche abbastanza bene.
È vero che era un voto locale. Ma in questa fase pesa eccome il traino nazionale. Ed ha ragione “Bicio” Landi, segretario federale, che a Cesenatoday ha detto: “Il paradosso è che le città guidate dal centrosinistra crescono, stanno meglio confronto ad altre città, ma i cittadini non collegano la ripresa ai politici locali. Mentre una volta la politica nazionale aveva poca influenza su quella locale e la gente capiva se la sua amministrazione era più virtuosa di altre oppure no, ora alcuni temi forti di cui si tratta a livello nazionale, come immigrazione, sicurezza e anche il lavoro, fanno da traino anche a livello locale. Tra l’altro capisco che, in fatto di occupazione, tra le persone sia più forte l’amarezza di ciò che si è perso che la soddisfazione di quello che piano piano stiamo riguadagnando, ma invertire la rotta sull’onda di un’emozione non sempre ripaga”.
Landi sottolinea poi che, in vista delle amministrative del 2019, a Cesena si percorrerà la strada delle alleanze con le liste.civiche. Di certo è un mondo interessante che può raccogliere l’impegno di molte persone che condividono gli stessi valori, ma che sono molto più distanti dai partiti. Attenzione però, le liste civiche sono importanti, ma non bisogna caricarle di troppe responsabilità. Per prima cosa il Pd deve fare chiarezza al proprio interno. Augurandosi che il nazionale batta un colpo, il locale deve fare quadrato. In un momento come questo eventuali spaccature sarebbero devastanti. È chiaro, tutto passa dalla candidatura. Innanzitutto deve essere inclusiva. Ma anche forte e, soprattutto, identitaria. Inoltre deve sapere dove vuole andare: avere le idee chiare sul progetto di città che vuole realizzare.
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