Interessante analisi di Giubilei su formiche.net, ma manca un passaggio
CESENA. Lo stop di Mario Draghi all’export dei vaccini Astrazeneca in Australia per i sovranisti è molto più di un successo, ma è una legittimazione delle istituzioni europee nei confronti del sovranismo che si sta evolvendo. E’ questo, in estrema sintesi, il pensiero espresso dal cesenate Francesco Giubilei nell’ultimo dei suoi periodici interventi su formiche.net. Giubilei parte dal presupposto che solo pochi mesi fa la decisione di Draghi, verosimilmente, sarebbe stata osteggiata.
Con un’onestà intellettuale che gli va riconosciuta Giubilei scrive che lo scenario politico è cambiato radicalmente rispetto allo scorso anno e ragionare con gli stessi schemi e categorie sarebbe sbagliato. Il coronavirus, aggiunge, ha determinato una cesura di cui non si può non tener conto. Allo stesso tempo però, pensare che battaglie e posizioni politiche che sono state al centro del dibattito per anni siano cancellate come se nulla fosse, sarebbe parimenti un errore.
Quindi prosegue sostenendo che la pandemia ha dimostrato il fallimento del populismo, dell’incompetenza e della scarsa preparazione, imponendo la necessità di una classe dirigente competente, il contrario della vacuità delle proposte populiste. Ma ha aggiunto: l’emergenza sanitaria e socio-economica ha non solo attualizzato ma permeato le istituzioni nazionali e sovranazionali dei temi cari al pensiero sovranista e conservatore sancendo non tanto un superamento del sovranismo, quanto una sua evoluzione in senso più maturo, abbandonando alcune derive populiste per abbracciare posizioni più istituzionali e meno strillate.
Giubilei ritiene che il sovranismo si sia evoluto e abbia subito una sua metamorfosi tralasciando posizioni a favore dell’uscita dall’euro e ammiccamenti a tesi complottiste che esistevano in alcune componenti, ma è altresì vero che l’influenza e la penetrazione delle idee sovraniste nelle istituzioni europee e italiane è innegabile.
Sono analisi, quelle del giovane editore cesenate, che vanno apprezzate. Dimostra anche di essere coraggioso quando chiede ai sovranisti di abbandonare alcune derive populiste per abbracciare posizioni più moderate. Però all’evoluzione del sovranismo manca ancora un passaggio, quello fondamentale: la condanna di quei paesi che non rispettano lo stato di diritto. E tra questi c’è l’Ungheria guidata da Orban, leader politico con il quale invece la destra sovranista italiana vuole allearsi in Europa dopo che il leader ungherese ha deciso di uscire dal Ppe.
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