Intervento di Cesare Soldati, presidente Confesercenti Cesenate
CESENA. Protrarre il blocco fino a Pasqua è una botta tremenda per il commercio settore che perde ottanta milioni al giorno. Tanto, uno studio di Confesercenti, stima la riduzione dei consumi quotidiani a causa dell’epidemia. Cesare Soldati, presidente della Confesercenti cesenate, è preoccupato. Inoltre lamenta il mancato arrivo dei sostegni promessi.
Il mancato superamento della crisi sanitaria impone un costo sempre più elevato ai settori del commercio e del turismo. È quanto si rileva da uno studio di Confesercenti, che stima in 80 milioni al giorno di consumi in meno e quindi di perdite per le imprese del settore commercio. Le ennesime misure di restrizione determinano un bilancio fortemente negativo per i consumi delle famiglie, che nei primi quattro mesi dell’anno arriveranno a perdere complessivamente 9,5 miliardi di euro. Di questi, oltre tre riguardano il commercio al dettaglio e oltre cinque viaggi, ospitalità e pubblici esercizi, da addebitare soprattutto all’estensione delle chiusure fino al weekend di Pasqua, che avrebbe dovuto segnare l’avvio della stagione primaverile dopo la cancellazione di quella invernale. La perdita del periodo Pasquale, dei ponti di aprile e maggio e di manifestazioni sportive come la Nove Colli e Ciclo&Vento, costituiscono un problema rilevante anche per le nostre località.
Le dimensioni della crisi sono tali che i livelli di consumo pre-pandemia potranno ormai essere ripristinati solo nel 2024. In questo quadro, come abbiamo avuto già modo di sottolineare, la proroga ed il contestuale rafforzamento delle restrizioni fino a Pasqua costituiscono un nuovo, grave trauma per le imprese. Ed è particolarmente forte per quelle del terziario e del turismo, che si vedono privare dell’avvio della stagione della moda e di una fetta importante di presenze nei mesi di aprile e maggio.
Stimiamo che dopo un anno di stop & go ci siano circa 450mila imprese a rischio chiusura. È pertanto evidente che le restrizioni non sono una soluzione sostenibile a lungo termine dall’economia. Sicuramente non lo è in queste condizioni: sono più di tre mesi che siamo in attesa dei sostegni per le attività economiche ed i lavoratori, ma il provvedimento continua ad essere rinviato.
Non c’è più tempo servono urgentemente sostegni, non solo per coprire quello che si è perso nel 2020 e non ci è mai stato ‘ristorato’ adeguatamente ma anche per affrontare il 2021, che sarà un altro anno di forte crisi. Sostegni che devono essere rivolti a tutti, perché è inaccettabile parlare di ‘selezionare’ le attività da salvare: le imprese oggi si trovano in difficoltà non per propria responsabilità o perché non riescono a stare sul mercato, ma perché non possono operare a causa di scelte politiche dovute all’emergenza sanitaria in corso.
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