La nota firmata da Jacopo Rinaldini
di Jacopo Rinaldini
CESENA – Ripensare la città, ripartire da piccole forme di redistribuzione: si potrebbe pensare ad una tassazione relativa ad una determinata categoria di autoveicoli.
Nella fattispecie, trattasi di suv.
Come? È presto detto: delineando talune aree della città entro le quali applicare la tassazione aggiuntiva.
Attraverso quali criteri? Utilizzando cilindrata, peso del mezzo e residenza del proprietario, ossia sopra i 2.0/2.5CC, oltre i 1600 kg, a prescindere dal fatto che l’auto sia diesel oppure benzina, il proprietario deve pagare un contributo extra, dal momento che il suo veicolo inquina maggiormente, ha un impatto più forte sulle strutture viarie e sottrae, a livello di parcheggi, più spazio rispetto ad una utilitaria o ad un’auto di fascia media (s’intende fino ad una segmento C).
Si possono, per stabilire parametri concernenti i dati dell’inquinamento, incrociare peso e cilindrata: sopra i 1600 kg, dai 2.0/2.5CC e in delineate aree della città (dal Centro Urbano sino a San Mauro in Valle, ad esempio) si può e si deve pagare un extra direttamente al Comune di Cesena, che potrebbe facilmente censire i possessori dei mezzi succitati.
Chi risiede in tali aree e possiede un veicolo che rientra in simili categorie è obbligato a versare un extra per la collettività.
Il ricavato potrebbe essere utilizzato per mettere in sicurezza tutte le aree adiacenti le scuole di ogni grado e tipo.
Insomma, inquini di più, paghi di più.
Anche questa si chiama redistribuzione. E sarebbe un incoraggiante e coraggioso primo passo.
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