Non giocate con la pistola sul tavolo

Il percorso di costruzione dell’Alleanza delle cooperative comincia a dare i primi frutti.
In vista della legge di stabilità 2016  i gruppi dirigenti del mondo cooperativo italiano hanno avuto un confronto nel merito prima con il consigliere economico di Palazzo Chigi Taddei e poi con i sottosegretari Pier Paolo Baretta e Claudio De Vincenti. La modalità di elaborazione che l’Alleanza ha scelto, il lavoro per gruppi, ha permesso di elevare rispetto al passato il livello qualitativo dei dossier e delle possibili soluzioni.
La cosa più ha dato da pensare è stato un preciso passaggio del sottosegretario Baretta sulle modalità operative del governo. Con tono comunque pacato ci ha comunicato che «il Governo decide». Nel senso che se uno è d’accordo, bene. Altrimenti, ha proseguito Baretta: «Il CNEL non ha collaborato e lo abbiamo cancellato. Le Banche Popolari non volevano collaborare ed abbiamo fatto il decreto per farne delle SPA. Le Camere di Commercio hanno capito che le avremmo cancellate e quindi hanno collaborato».
In sala il pensiero andava a seconda del settore alle Banche di Credito Cooperativo, all’IMU agricola, all’IVA delle coop sociali… Credo che lo “strappo” vero con il passato sia proprio questa affermazione che elimina in un colpo l’idea che le forze sociali si erano fatte della possibilità di dialogo con i decisori politici. Soprattutto l’idea che si potesse ragionare in termini di impegno reciproco condiviso.
Naturalmente vedremo la conclusione del percorso sulla legge di stabilità per capire quanto effettivamente verrà valutata la volontà collaborativa del mondo cooperativo. L’importante è che chi si assume la responsabilità della decisione ne affronti anche le conseguenze positive e negative. Senza usare contro qualcuno la pistola che ha sul tavolo.

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Cristian Maretti

Cristian Maretti è direttore di Legacoop Agroalimentare Nord Italia, ruolo che lo porta a vivere a cavallo tra Forlì, Bologna, Roma e Bruxelles. Su Romagnapost.it scrive di temi legati all'agricoltura e all'Europa, con un occhio particolare a come ci vedono all'estero.