Nuovo cda e nuovo presidente dell’Asp Cesena – Valle Savio. Il consiglio di amministrazione è composto da Allen Balzoni, Giacomo Camagni e Arianna Maroni. Balzoni è il nuovo presidente. La scelta è stata buona. Anche se non ha moltissima esperienza nel settore specifico, Balzoni ha maturato una profonda conoscenza della macchina politico\ammiinistrativa, prima come presidente di Quartiere (Ravennate), poi come consigliere comunale. Tutti ruoli che non solo ha svolto bene, ma che gli hanno permesso di dimostrare che ha equilibrio e capacità sia di ascolto che di confronto.
La nomina del nuovo cda però è una sorta di momento storico per la politica cesenate. Esce di scena (per sua volontà) Elide Urbini, una vera icona della politica cesenate, ma, in particolare, di sanità e servizi sociali.
Dire che era molto brava forse è riduttivo. Come si suol dire sapeva cantare e portare la croce, nel senso che era allo stesso tempo assessore e dirigente. La materia la conosceva perfettamente e sapeva muoversi altrettanto bene. Avrebbe potuto ricavarsi uno spazio rilevante anche nella politica moderna pur non essendo una affabulatrice. La sua dote è sempre stata la concretezza e lo ha dimostrato anche quando è stata alla guida dell’Asp.
All’inizio degli anni Novanta Elide Urbini disegnò il nuovo welfare cesenate consolidando il sistema attuale. Grande attenzione fu, giustamente, riservata agli anziani e all’handicap. Inoltre si strutturarono relazioni con il terzo settore. E si avviò il rapporto col privato sociale quello che adesso ha in carico la gestione (le linee guida restano al pubblico) dei servizi.
Un modello che, però, la grande crisi obbliga a rivedere. E bisogna farlo in fretta. Ora l’emergenza è la povertà. Nel 2009 ci furono, a Cesena, una trentina di sfratti esecutivi, nel 2014 sono stati poco meno di seicento. Nei nidi non solo non ci sono più le liste di attesa, ma si cancellano le sezioni (tre quelle eliminate), ma non perché non ci sono più bimbi, ma perché le mamme non hanno lavoro e li tengono a casa. In carico ai servizi sociali di Cesena ci sono circa 1.500 famiglie. Moltissime composte da giovani e con figli a carico. Bambini che non hanno la possibilità di studiare. Si rischia di perdere delle generazioni se non ci si fa carico degli ultimi. Sono molti i bambini che hanno quaderni, colori e penne perché li passa la Caritas. Piccoli che vanno alla scuola calcio con gli amici perché le società rinunciano alla quota di iscrizione. È una situazione che una società civile non può tollerare e deve affrontare.
C’è poi il problema della multiculturalita’. A Cesena gli stranieri sono meno del nove per cento. Ma il rapporto cambia quando andiamo nelle scuole. In particolare in quelle dell’infanzia. In alcune aule il rapporto e al cinquanta per cento. È una situazione con la quale bisogna convivere e strutturarsi per farlo.
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