Politica, realismo e buon senso

Inevitabile che il punto di riferimento diventi l'area moderata medio borghese, ma vanno evitate le esagerazioni. Come sempre, serve equilibrio

Si vince nelle periferie, si governa posizionandosi in un’area medio borghese. Forse ho estremizzato un po’ troppo, ma questa è la politica. Di esempi ce ne sono tanti. Del resto un po’ tutti nascono incendiari e muoiono pompieri.

Un caso è quello di Chiara Appendino, sindaco di Torino, primo cittadino più amato  d’Italia (Il Sole 24 Ore). Ad accusarla è Vittorio Bertola, il consigliere grillino che era con lei in Comune ai tempi puri dell’opposizione, poi scaricato. «A me – ha scritto ed è stato riportato da L’Espresso – la strategia politica del sindaco sembra evidente: posizionarsi in quell’area moderata di piccolo progressismo borghese, condito da omaggi ai salotti eleganti e buone relazioni con i poteri economici cittadini, in cui negli ultimi vent’anni è stato il Pd; un’area che da sempre ha in mano la città e che può permettere al M5S e ai suoi eredi di rimanere in sella per i prossimi vent’anni».

Non conosco alla perfezione le dinamiche di Torino, però non ho motivo di non credere a quello che ha detto Bertola. Del resto, pochissimo tempo dopo la sua elezione, la stessa Chiara Appendino disse che i cambiamenti dovevano avvenire a piccoli passi.


Non mi meraviglio. Bellezza, questa è la politica, mi verrebbe da dire. Sì, perché la politica/amministrativa è realismo. È per quello che ho sempre preso le distanze da chi promette tutto e il contrario di tutto. I fuochi artificiali possono essere solo un effetto folcloristico. Amministrare è un’altra cosa. Ed è anche inevitabile che chi lo fa finisca col trattare con quell’area moderata medio borghese della quale parla Bertola. Io, inoltre, ci aggiungerei quelle forze intermedie che tutti dicono di voler scavalcare.
Invece, un’amministrazione, a qualsiasi livello, dopo aver fatto una buon bagno di sano realismo, deve cercare di essere la più equilibrata possibile distribuendo le risorse a sua disposizione. Però è fuori di dubbio che le periferie saranno sempre un po’ più sacrificate. L’importante è non esagerare.


Altro tema sempre all’ordine del giorno è quello di una vicinanza di un amministratore con uno o più gruppi di potere economico. Quella borghesia medio borghese di  a cui sopra. È sempre successo e sempre succederà. Sono i naturali referenti di un amministratore pubblico. Non ascoltate quelli che in campagna elettorale parleranno di “aria nuova”. L’unica cosa che cambierà è il referente. Perché ogni persona (come è normale che sia) ha punti di riferimento diversi. Quindi è un passaggio inevitabile.  Il problema è non esagerare. Va evitato quello che rischia di diventare una sorta di monopolio. Il rischio vero è quello di farsi prendere la mano (non parlo di tangenti). Deve essere bravo il politico. Ma deve esserlo anche l’imprenditore (o gli imprenditori), perché corrono il rischio di stravincere, è quello è troppo.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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