Landi e Marchi sono considerati inclusivi. Ma poi lo devono dimostrare negli incontri con le altre forze politiche e quelle sociali. Ma anche nel rapporto con la gente. Altrimenti sarà dura
Landi segretario di federazione, Marchi comunale. Questo lo schema del Pd prossimi anni. Non saranno facilissimi. In primavera si voterà per le elezioni nazionali, poi ci si calerà nel clima delle amministrative, con annessi e connessi.
L’elezione di Landi è scontata. È l’unico candidato. Quella di Marchi è certa. Se anche ci dovesse essere un competitore, difficilmente avrebbe la forza per contrastare l’ex assessore.
Comunque, la soluzione del candidato unico pare sia la più probabile. E non sembra dispiacere più di tanto neppure agli iscritti. Per lo meno è quello che emerge nel corso degli incontri di circolo dove, comunque, emerge la volontà di andare oltre il voto. Come, ad esempio, è successo all’Oltresavio. Edoardo Preger, ex sindaco (molto apprezzato) ha invitato a confrontarsi sulle idee. Ha detto: visto che c’è solo un candidato approfittiamone per parlare di programmi. Per indicare le cose da fare. Le parole non sono state proprio quelle, ma il senso sì. E, aggiungo io, di un confronto il più continuativo possibile ce ne sarebbe un grande bisogno.
A margine degli incontri si è parlato anche di scenari futuri. Per lo meno di quelli immediati. Nessuno ha toccato il tema del candidato a sindaco. Adesso tutti pensano alle elezioni politiche.
Però è stato sfiorato il tema del segretario cesenate. Marchi non si era ancora candidato, ma era certo che lo avrebbe fatto. Il suo nome piace. È considerato un inclusivo e di questo ce ne è un grande bisogno. Ma è considerato l’uomo giusto perché gli si riconosce la capacità di dialogo. Ed è quello di cui il Pd, in questo particolare momento, ha un grandissimo bisogno in quanto deve scrollarsi di dosso quella patina di autoreferenzialità che è un ostacolo, a tutti i livelli.
Quindi in questo frangente il Pd ha, più che mai, bisogno di un segretario on the road. Una figura che si sappia confrontare con le altre forze politiche e quelle sociali. Andando, però, oltre il politichese stretto. Ma non solo. Serve una guida che stia fra la gente, realmente, e che la sappia ascoltare. Se Landi e Marchi sapranno interpretare così il loro ruolo il Pd potrà trarne dei vantaggi. Altrimenti, la vedo dura.
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