Dopo voto: gli scenari possibili

Nulla sarà più come prima. A livello nazionale il Pd può solo fare opposizione. In ambito locale nei prossimi mesi ne vedremo delle belle

E adesso? Nulla sarà più come prima. Ne a livello nazionale e neppure locale.  La geografia politica è cambiata. In maniera radicale. Il Pd è crollato. Il centro moderato è un ectoplasma. Berlusconi è al canto del cigno. Il ballottaggio ora è tra 5Stelle e Lega Nord.

Perché è successo? Non c’è un fattore dominante. Domenica sera gli analisti indicavano due elementi chiave che hanno indirizzato il voto: reddito di cittadinanza e immigrazione. Secondo me è vero solo in parte. Io ci aggiungerei lo scontento dal punto di vista economico.

Una volta c’era la generazione dei mille euro. Adesso quella degli ottocento (se va bene) e con un lavoro precario. Sono stanchi. Non hanno più niente da perdere. Quando uno affoga si aggrappa a qualsiasi cosa. In molti sono disillusi. Pensano che comunque difficilmente ci potrà essere una svolta radicale. Però – si sono detti – tanto vale provare, peggio di così non può andare.

Sono gli stessi che quattro anni fa avevano scommesso su Renzi. E, se le cose non  cambieranno, la prossima volta faranno lo stesso col nuovo. Credo che la situazione l’abbia fotografata molto bene Mattia Feltri che sabato su La Stampa ha scritto che ormai gli italiani buttano via il bambino e si tengono l’acqua sporca. Gesto, secondo me, dettato dalla disperazione.

Adesso però Renzi deve andarsene. In circa un anno e mezzo è il secondo referendum che perde. E il Pd deve starsene all’opposizione e mettersi sulla riva del fiume. Paradossalmente, il risultato elettorale non lo aiuta. L’assenza di un governo non rafforza chi vuole fare opposizione. Quindi il Pd deve augurarsi che si crei una maggioranza che non lo comprenda.

Invece per quanto riguarda l’aspetto locale ne vedremo delle belle. In tutti gli schieramenti. Al momento chi è al settimo cielo è Natascia Guiduzzi. Ora sarà molto difficile scalzarla. Ma è anche vero che i 5Stelle non potranno rinunciare ai voti di Cesena siamo noi. Senza quelli i pentastellati rischierebbero di arrivare terzi e addio ballottaggio.

Nel centrodestra cosa succederà? Il quesito è legato al nome del candidato. E, soprattutto, a quello che dirà la Lega. È chiaro che dopo questo risultato i pruriti del Carroccio aumenteranno.

E il Pd? Il partitone (ormai ex) è crollato, ma è un crac determinato dal livello nazionale. A Cesena il risultato è in linea con i migliori della Romagna. Quindi Lucchi e l’amministrazione comunale non ne escono ulteriormente indeboliti. Anzi. Difficile però capire come si tradurranno le cose. Al momento sono all’angolo e non sanno come uscirne. Per ora cercano solo di prendere fiato.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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