Liste civiche sì o no?

In questo momento storico per il Pd sono un'alleanza fondamentale. In attesa che al Nazareno l’elettroencefalogramma non sia più puatto

Pd, attento a non morire di troppo civismo. Lo ha scritto ieri Marzio Casalini in un commento sul pezzo che avevo pubblicato. Una frase che mi ha fatto riflettere. E mi sono posto una domanda: è giusta la strategia del Pd?

 

In vista delle amministrative del prossimo anno il partitone ha scelto di allearsi con delle liste civiche.

Premetto che le civiche sono una soluzione che non mi hanno mai entusiasmato. Per lo meno non mi hanno mai convinto per come, inevitabilmente, sono strutturate. Hanno comunque una visione limitata nel tempo. Nemmeno un fuoriclasse della politica come Denis Ugolini sarebbe riuscito a dargli un orizzonte temporale più lungo. Diverso se fossero liste di Quartiere. Quelle non solo potrebbero durare perché concentrate su un obiettivo mirato e territorialmente circoscritto. Inoltre, per lo stesso motivo, potrebbero avere quel ricambio che poi è uno degli aspetti fondamentali per garantire la continuità.

Ma torniamo al tema principale: è giusta la strategia del Pd? Secondo me sì. Per lo meno, in questo particolare momento storico. Innanzitutto è una fase in cui il Pd deve decidere cosa fare da grande. Ma quella è una valutazione che non dovrà essere fatta a Cesena. Adesso a Roma si parla di Zingaretti. Mi piace. Anche lui mi pare avere quell’ecumenismo laico che ritengo fondamentale per un politico. Molto più dell’aggressività salviniana. Poi, comunque, servirà una strategia tarata nel medio/lungo termine.

A livello locale, invece, serve qualcosa di più immediato. Non dimentichiamoci che si voterà fra undici mesi. E, credo, sia fuori di dubbio che in questa fase storica il Pd e il centrosinistra scontino una disaffezione da parte di una discreta fetta dei suoi elettori. C’è, Inoltre, il problema del calo di fiducia nei confronti dei partiti tradizionali. Questa fetta di disillusi però è composta, in buona parte, da persone che condividono valori e cultura di centrosinistra e che, in un modello civico, temporaneamente potrebbero trovare le risposte che cercano. Resta il fatto che le civiche devono essere solo un elemento complementare.

 

Ma può e deve essere solo un passaggio in attesa che al Nazareno l’elettroencefalogramma smetta di essere di una piattezza preoccupante. Dovrà ripartire con una proposta inclusiva, ma deve anche partire dal presupposto che la base conta, al di là delle convenzioni, se trova di fronte a sé uno schema politico.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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