Draghi e la politica dei piccoli passi

A palazzo Chigi sembra essere cambiata la modalità di lavoro

CESENA. Nessuno può prevedere quali risultati otterrà il governo Draghi. Solo il tempo risponderà al quesito. Al momento è difficile anche dare un giudizio che non sia condizionato dal livello di gradimento verso il nuovo presidente. Per la valutazione sui risultati quindi tutto è sospeso almeno fino all’inizio dell’autunno. Però è indubitabile che ci sia stato un sostanziale cambio di passo su altri aspetti. Innanzitutto sulla comunicazione. Ora c’è uno stile più sobrio. Il premier non è social e non ama apparire a partire dalle conferenze stampa che sono gestite direttamente dai ministri.

In questo caso però stiamo parlando dell’effimero o poco più. Il vero cambiamento però sembra esserci stato sul ritmo imposto al lavoro dal nuovo presidente del Consiglio. Mentre una volta palazzo Chigi era occupato soprattutto da scattisti che alternavano momenti di pausa a veri e propri scatti che avvenivano soprattutto quando un caso o un’emergenza finivano al centro dell’attenzione, adesso l’impressione è di avere a che fare con un maratoneta che impone un passo non eccessivamente veloce, ma costante e continuo. Quello che si può tradurre in “la politica dei piccoli passi”.

Da questo punto di vista è il metodo migliore per un amministratore che, a prescindere dalle emergenze, deve porsi l’obiettivo di innovare nelle continuità. Per farlo servono due cose: aver voglia di lavorare e muoversi sulla base di idee chiare sapendo che solo quelli ottenuti nel medio lungo periodo sono risultati che lasciano il segno. E’ un po’ la filosofia degli imprenditori. Chi guida un’azienda (piccola o grande che sia) tutti i giorni non ha di fronte un foglio bianco da riempire, ma ha un quadro al quale aggiungere dei particolari. Per farlo però non bisogna mai abbassare la guardia e non farsi influenzare dalle contingenze momentanee. Cosa che, invece, succede con sempre maggiore frequenza ai politici. Nel recente passato erano condizionati dai sondaggi che però, almeno, hanno un fondo di scientificità, mentre adesso sono troppo attenti ai social e a tutto la loro umoralità.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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