RAVENNA. Martedì 24 gennaio, alle 18, nella sala D’Attorre di via Ponte Marino 2, per il XLIX ciclo degli Incontri Letterari del Centro Relazioni Culturali, si terrà la presentazione del libro di Gianni Morelli e Achiropita Tina Morello “Il mondo del Codex. I giganti della fede e quel trono per due imperatori ”, edito da Laruffa.
Sarà presente l’autore Gianni Morelli; introduce Francesca Masi; conduce la serata, come di consueto, Anna De Lutiis.
Il Codex Purpureus Rossanensis è un manoscritto onciale greco del VI secolo, conservato a Rossano Calabro nel Museo diocesano e del Codex. Il Vangelo Purpureo contiene i testi dei vangeli di Matteo e Marco, e una serie di miniature che ne fanno uno dei più antichi manoscritti miniati del Nuovo Testamento conservatisi. L’aggettivo “Purpureus” è dovuto alle sue pagine di colore rossastro tinte con la pianta dell’oricello. Costituisce uno dei più straordinari evangeliari esistenti, reso prezioso ed unico dalle raffinatissime miniature e dalla fattura pregevolissima, capolavoro dell’arte bizantina, e rappresenta un ideale terreno di dialogo e confronto con il patrimonio ravennate. Il Rossanense si pone ai vertici della produzione libraria evangelica e per questo èstato riconosciuto quale Patrimonio dell’Umanità e inserito nelle liste Unesco, nella Categoria “Memory of the Word”, il 9 Ottobre 2015.
La tesi del libro colloca il Rossanense in un ambiente umano e spirituale non ancora sufficientemente esplorato. Non già evangeliario tra gli altri e ben noti equivalenti siriaci e bizantini, bensì un libro dipinto nell’età di passaggio da una visualità fortemente ancorata ai valori dell’ellenismo, alla insorgente e fra poco dominante sensibilità bizantina. Dell’ellenismo il Rossanense accoglie il precetto dell’arte come imitazione e l’equivalenza della figurazione alla parola degli scrittori e degli oratori.
Ma il Rossanense è un libro senza eguali perché in esso sono state messe in opera tutte le possibili forme espressive di una medesima parola: quella parlata, quella scritta e quella dipinta, chiamate a raccontare l’incontro con Dio che ha scelto di vivere tra gli uomini per la loro salvezza.
Scrittura e pittura, concepite per essere unite in un solo libro e tuttavia presentate in modo distinto, a dar conto della tensione che si realizzava attorno ai due poli delle prime assemblee cristiane in cui si pregava e si insegnava la parola: catechesi e liturgia, insegnamento a viva voce e preghiera pubblica in comune.
Il Codex rossanense ci offrel’occasione di percorrere ancor più in profondità la storia d’Europa: quei secoli, V e VI, in cui l’arte raggiunge vertici ineguagliabili, nutrita di una commistione unica tra ellenismo e cristianità orientale, mondo greco, siriaco e latino, classicità e tardoantico.
In fondo la motivazione che sancisce l’iscrizione dei mosaici delle basiliche ravennati nella Lista del patrimonio mondiale recita: “L’insieme dei monumenti religiosi paleocristiani e bizantini di Ravenna è di importanza straordinaria in ragione della suprema maestria artistica dell’arte del mosaico. Essi sono inoltre la prova delle relazioni e dei contatti artistici e religiosi di un periodo importante della storia della cultura europea”.
Gianni Morelli è studioso e saggista che si situa fra la storia e la filosofia, la storia dell’arte e l’iconologia antica. Nell’ambito della sua vasta produzione, un buon numero di scritti è dedicato ad artisti contemporanei; alcuni saggi riguardano personaggi e luoghi di più notevole interesse storico.
Ricerche più continuative ed approfondite Morelli dedica ai mosaici paleocristiani in area adriatica e mediterranea. Da alcuni anni studia le miniature del Codice Purpureo di Rossano, capolavoro pittorico dell’arte cristiana orientale. Morelli alterna l’attività di ricerca con l’insegnamento seminariale presso la Facoltà di Conservazione dei beni culturali della Università di Bologna.
L’ingresso è libero. Per informazioni: 0544.482227 – crc@comune.ra.it
Questo post è stato letto 214 volte