La tela di Penelope della politica

Uno spettacolo al limite della decenza

CESENA. Forse non è la definizione migliore, ma la politica italiana ogni giorno di più sembra richiamare la tela di Penelope. La differenza è che la sposa di Ulisse di giorno la tela la tesseva e di notte la guastava. La politica italiana tesse poco e guasta molto e ogni giorno “regala” situazioni che aumentano il caos. Dire che non ci si capisce più niente è un eufemismo, come pare assurdo parlare (o continuare a farlo) di paese bipolare. L’Italia non lo è mai stato e centrodestra e centrosinistra sono sempre state alleanze eterogenee. Adesso non siamo alla scissione dell’atomo, ma ci andiamo vicino ed ogni giorno aumentano le distanze fra le varie forze. Quella di ieri poi è stata una giornata da record. E’ successo tutto e il contrario di tutto. Proviamo a ricapitolare.

Berlusconi che in questo momento si gioca tutte le carte per cercare di diventare presidente della Repubblica va al vertice del Ppe e dice che sulla Lega garantisce lui. Poi, però, il Carroccio al parlamento europeo su libertà e stato di diritto vota con la Polonia e gli fa fare una figuraccia. Nello stesso tempo l’uomo di Arcore, che ha in mano i sondaggi, dice che Draghi deve fare il premier mentre Giorgia Meloni vuole mandarlo a fare il presidente della Repubblica. Nello stesso tempo il ministro Brunetta (Forza Italia) in un’intervista prende le distanze dai sovranisti sostenendo che la politica si deve giocare su tre forze: socialisti, popolari e liberali. Dei conservatori non ne vuole sapere.

A sinistra le cose non è che vadano poi così bene nonostante la vittoria elettorale. Mentre Bersani invitava Letta a costruire una forza di sinistra, il segretario del Pd continuava a pensare e a lavorare per creare il nuovo Ulivo dimenticandosi che per due volte la creazione di Prodi si è frantumata. Ma a guastargli la tela è arrivato Giuseppe Conte. La nuova guida dei 5Stelle prima ha presentato la sua squadra dove non c’è nessuno vicino a Di Maio, poi ha detto che non si alleeranno mai con Calenda e Renzi, ricambiando l’avversione che gli altri due avevano manifestato nei confronti dei Pentastellati. Ergo rischia di essere un Ulivo senza olive.

Intanto Clemente Mastella, rieletto sindaco di Benevento, annuncia che tornerà in pista a livello nazionale e farà il centro. Ci mancava solo lui. 

Se qualcuno immagina come andrà a finire beato lui. In molti sono convinti che la situazione sarà meno nebulosa dopo l’elezione del presidente della Repubblica. Sarà, ma le premesse non sono buone. Tutto questo nel bel mezzo di un momento in cui, tra mille difficoltà legate alla geopolitica, l’Italia avrebbe la possibilità di andare verso un boom economico. Ma per farlo serve una politica con la P maiuscola o, quantomeno, che se la smetta di guardarsi l’ombelico. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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