A San Giovanni meno strade occupate. Commercianti delusi

La protesta di Centro Anch'io

CESENA. Torna Cesena in fiera e si accendono le polemiche. L’associazione Centro Anch’io, attraverso il vice presidente Francesco Gasperini, contesa alcune scelte relative alle strade da occupare.

Anche quest’anno (in continuità col precedente) la fiera di San Giovanni si svolgerà in modo atipico rispetto alla tradizionale animazione che, per decenni, ha caratterizzato il centro storico di Cesena fino al 2019.

Alcune delle parti interessate all’organizzazione ci spiegano che nel frattempo sono mutati i termini di sicurezza, tali da non permettere l’occupazione del tessuto ambulante nelle vie più ristrette.

La stessa logistica di molte zone del centro è cambiata (insistono col dirci gli organizzatori della fiera) per le concessioni di occupazione del suolo pubblico rilasciate dal Comune ai molti locali di somministrazione alimentare, insediatisi specialmente negli ultimi tempi, che risulta d’impedimento a qualsiasi altro genere di attività itinerante temporanea.

Anche volendo creare la consueta ambientazione, a seguito dell’emergenza sanitaria di questi ultimi due anni e mezzo c’è stato un tale ribasso delle domande di adesione da parte degli operatori ambulanti (da cui è costituita principalmente la fiera), da non permettere agli allestitori la consueta pianificazione.

Prendendo atto di questo nuovo scenario (seppur a malincuore), “Centro Anch’io”, pur cercando di essere comprensiva e collaborativa rispetto ad alcune delle motivazioni addotte, evidenzia come tutti gli esercenti associati, incolpevoli di quanto accaduto per via delle restrizioni COVID-19, abbiano comunque dovuto sostenere elevati costi per poter mantenere aperte le proprie attività, confidando anche in eventi come quello del Santo Patrono.

Foto Ricci

Molti di loro, tuttavia, si sono visti tagliare fuori dal perimetro interessato di “Cesena in Festa” senza nemmeno essere interpellati e/o avvisati con congruo anticipo per potersi in qualche modo organizzare o reimpostarsi.

In una circolare consegnata di recente da “Cesena Fiere” e Associazioni di Categoria, si chiede loro di partecipare con allestimenti esterni, a pagamento, non si sa bene con quale spirito d’iniziativa.

Qualche riflessione, a questo punto, sorge doverosa.

Le misure di agevolazione per l’anno 2022 in materia di suolo pubblico a seguito del periodo di emergenza sanitaria (approvate all’unanimità nella seduta del Consiglio comunale del 28 aprile scorso), in linea con analoghe norme statali di sostegno, dovrebbero determinare fino al 30 giugno prossimo la gratuità dello spazio pubblico autorizzato a tutti gli esercizi che ne abbiano fatto o ne dovessero fare richiesta.

Per analogia e buon senso ci si sarebbe aspettati che questa opportunità fosse allargata a tutta la rete commerciale di vicinato, una delle categorie lavorative più colpite dagli eventi degli ultimi anni.

Avrebbe potuto essere l’occasione giusta per mettere in pratica i principi di solidarietà e sostegno, ripetutamente dichiarati rispetto a quella categoria che a fatica ma ancora con tanto impegno, costanza e passione cerca di resistere ad avversità e attacchi perché crede fino in fondo all’importanza storica, culturale e professionale dei negozi di vicinato ovunque essi siano insediati ma in particolare nel centro storico, fulcro e vetrina, come spesso ripetiamo, di ogni località più o meno grande.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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