Il fascino di Ladino, di Villa Rovere e del fiume Montone

Alla seconda camminata, guidata da Gabriele Zelli, hanno partecipato 150 persone

La seconda camminata nei dintorni di Ladino e di Villa Rovere e lungo il fiume Montone, che si è tenuta nel corso della mattinata di sabato 22 ottobre 2022, ha visto la presenza di 150 persone molto interessate a conoscere i luoghi sia sotto l’aspetto naturalistico sia per la loro storia. Ai partecipanti Gabriele Zelli ha raccontato le parti salienti di tutto ciò e ha consegnato loro il suo volume “Ladino, il bosco e il fiume”, che contiene un ampio apparato fotografico di Fabio Casadei, e la pubblicazione “Antiche Pievi. A spasso per la Romagna” (parte quarta) a cura di Marco Vallicelli, Marco Viroli e dallo stesso Zelli, messa a disposizione dall’Associazione Antica Pieve, presieduta da Claudio Guidi.
La camminata è partita dal complesso parrocchiale di Ladino che ha come edificio principale la chiesa, intitolata a San Martino di Tours (316 – 397 d.C.), la quale sorge sul luogo di un antico castello distrutto dai faentini nel 1218. Infatti l’antica pieve fu edificato nel 1270 sui ruderi e con i materiali della rocca distrutta. L’esistenza del luogo di culto è confermata da un documento del 1290, un rendiconto delle decime giacenti nell’Archivio Vaticano che alcune chiese erano tenute a versare alla Camera Apostolica. 
Il violento terremoto che il 30 ottobre 1870 interessò la Romagna, con epicentro a Meldola, ebbe conseguenze anche a Ladino dove crollò la chiesa. L’anno successivo iniziarono i lavori di ricostruzione del luogo di culto così come lo si può ammirare oggi, anche grazie all’attento restauro effettuato diversi anni fa. 
I partecipanti alla camminata hanno avuto successivamente la possibilità di visitare, grazie alla disponibilità dell’avvocato Gian Raniero Paulucci di Calboli, lo straordinario parco della Villa Paulucci, caratterizzato da alberature secolari, mentre l’edificio si trova in posizione centrale rispetto ai due grandi appezzamenti di terreno che risalgono alla centuriazione romana. 
Il tracciato perpendicolare delle strade della pianura di Ladino è delimitato infatti da due aree, divise dalla strada che conduce alla chiesa e al fiume, uno rettangolare e l’altro di superficie maggiore ma irregolare, probabilmente per l’erosione nel tempo da parte del fiume Montone. Entrambi hanno un lato lungo 710 metri, misura non casuale poiché coincide con la dimensione della maglia utilizzata dai romani nella predisposizione delle centuriazioni che caratterizzano soprattutto la pianura cesenate ed in modesta parte quella forlivese come le zone di Villagrappa e di Villanova. 
La tappa successiva della camminata è stata la chiesa di San Pietro in Arco (o si Santa Maria della Rovere), un’edificio sacro che per la sua grandezza e centralità dell’ubicazione non doveva essere sin dall’origine una comune cappella od oratorio. Non a torto è stato scritto che in antico forse apparteneva ad un ordine religioso monastico; ed infatti in proseguimento della facciata, a destra, esistono ancora alcuni grossi ed antichissimi muri, simili nella struttura a quelli perimetrali della chiesa, che fanno pensare vi potesse essere annesso un convento, probabilmente dei vallombrosani, oppure dei benedettini.
Successivamente i partecipanti hanno raggiunto la chiusa di Ladino. La struttura, la derivazione e il relativo canale vennero realizzati in un periodo imprecisato per alimentare i molini che operavano nel tratto del corso d’acqua compreso tra San Varano e i Romiti. Le prime notizie sull’esistenza della chiusa risalgono al dicembre 1436 quando il comandante del presidio di Castrocaro si accorse, durante un’ispezione al confine con il territorio di Forlì, che parte del manufatto era stato costruito su terreno appartenente alla giurisdizione castrocarese e ne ordinò la demolizione. I mulini non poterono più macinare e i forlivesi reclamarono senza successo la ricostruzione del manufatto a spese della Repubblica Fiorentina. Nel 1442 la chiusa fu spostata per decisione di Antonio Ordelaffi, signore di Forlì, e i mulini ripresero a funzionare.
Al termine della camminata Gabriele Zelli ha ringraziato per la collaborazione Guido Campoli, che si è reso disponibile a tenere aperta la chiesa di Villa Rovere, e Gabriele Brunelli, infaticabile animatore della frazione di Ladino e delle sagre che si svolgono a Vecchiazzano.

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016). 

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