Il Cesena non ha bisogno di prove muscolari

Ci sono dubbi su come è stata gestita la vicenda Scalabrelli

CESENA. Tre punti di platino per il Cesena. La definizione calza a pennello alla vittoria ottenuta dai bianconeri ai Pesaro. Un successo conquistato su un campo impossibile e dopo essere andato in svantaggio per un rigore inesistente. Inoltre ha permesso di guadagnare due punti su Reggiana e Gubbio. Ma sono importanti perché hanno permesso di far abbassare i toni sul problema legato all’ingaggio di Scalabrelli come preparatore dei portieri. Provate a immaginare cosa sarebbe successo questa settimana se la squadra non fosse tornata da Pesaro con una vittoria o, addirittura, con una sconfitta. 

Buon per il Cesena, quindi, che siano arrivati i tre punti. Ma la società deve fare un esame di coscienza. Serve una gestione diversa. Quella di Scalabrelli non è stata una mossa indovinata. A prescindere da quelle che possono essere le responsabilità dirette dell’ex portiere sui fatti di oltre vent’anni fa, ingaggiarlo è stata una mossa azzardata. Soprattutto perché si sapeva che la scelta avrebbe generato delle polemiche delle quali non c’era  bisogno in un momento in cui la squadra non andava benissimo. 

Ebbene, se proprio si voleva fare questo passo bisognava scegliere un altro momento. Gli ultras non possono pensare di avere un peso superiore a quello legittimo. Di solito decide chi paga e gli americani di soldi ce ne stanno mettendo tanti. Nello stesso tempo però non si capisce per quale motivo si debba andare allo scontro frontale con la tifoseria per un ruolo importante, ma fino a un certo punto. Scalabrelli ha dimostrato di essere un buon preparatore dei portieri, ma non pare essere una figura così determinante come dovrebbe essere chi provoca uno scontro frontale tra dirigenza e tifoseria. E, comunque, se proprio la società riteneva fondamentale accendere quel contratto sarebbe servita una gestione diversa. E’ vero che chi paga comanda, ma è altrettanto vero che chi paga il biglietto è autorizzato ad esprimere il proprio malessere. L’ideale sarebbe che ci fosse unità di vedute, ma la cosa non è sempre possibile. E quando c’è diversità di vedute sarebbe importante evitare forzature usando di più la diplomazia. E’ dimostrato che le prove muscolari non sono il massimo. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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