La Ditta Babbini di Civitella ha dedicato il calendario 2023 agli antichi ponti di Romagna 

Il calendario è stato redatto con la collaborazione di Marco Viroli e di Gabriele Zelli, cultori di storia locale, e dei fotografi Tiziana Catani e Dervis Castellucci.

“… Cesare aveva deciso di passare il Reno; ma la traversata su barche gli sembrava un mezzo poco sicuro e poco conveniente alla sua dignità e a quella del popolo romano. Così, nonostante la grande difficoltà per costruire un ponte a causa della larghezza e della profondità del fiume, egli stimava che fosse necessario tentare l’impresa, o se no rinunciare a far passare l’esercito… Tutta l’opera fu terminata in dieci giorni e l’esercito attraversò il fiume”. 
Questa citazione dal “De bello gallico” ci fa ben comprendere come gli antichi romani avessero acquisito grandi capacità nel campo delle costruzioni, che misero a frutto in ogni occasione nel corso di diversi secoli. Anche le origini di molti ponti sui principali corsi d’acqua della Romagna risalgono a oltre duemila anni fa. Due in particolare, quello di Tiberio a Rimini e quello di Savignano sul Rubicone, sono tuttora in grado di sopportare il peso del traffico. 
Se potesse parlare, ognuna di queste costruzioni avrebbe tanto da raccontare: il passaggio dei prodotti della terra, trasportati un tempo sui carri; il transito dei legionari romani che dovevano raggiungere i lontani confini dell’impero; gli attraversamenti degli eserciti barbari diretti verso Roma: i cortei di pellegrini diretti verso i luoghi sacri. Esistevano in Romagna anche altri ponti di dimensioni più modeste che in strade e sentieri di montagna congiungevano i paesi fra loro. Essi hanno avuto un ruolo importante per lo sviluppo del territorio e per le relazioni sociali. Divenuti col tempo impraticabili, sono stati sostituiti da ponti di nuova concezione. Quelli più antichi sono rimasti come memoria e testimonianza del passato e di una grande storia, divenendo veri e propri monumenti da conservare e da valorizzare.

È proprio a partire da queste considerazioni che la Ditta Babbini S.p.a. di Civitella di Romagna ha dedicato il tradizionale calendario per l’anno 2023 agli antichi ponti di Romagna, dopo che per il 2022 le foto che hanno accompagnato i mesi dell’anno ritraggono le rocche e i castelli più importanti del territorio. 
La pubblicazione, che è stata redatta con la collaborazione di Marco Viroli e di Gabriele Zelli, cultori di storia locale, e dei fotografi Tiziana Catani e Dervis Castellucci, contiene anche brevi schede storiche dei manufatti fotografati, le cui immagini sono contenute nel calendario, che di seguito vengono riportate. 

Civitella di Romagna: Ponte di San Filippo 

Lo studioso Emilio Rosetti, nel volume “La Romagna. Geografia e storia”, pubblicato nel 1894, scrive che Civitella di Romagna “sta alla destra del fiume Viti, o Ronco, dove questo fa una rapida rivolta e dove riceve il torrente Filippo, che si attraversa sopra un arditissimo ponte prima di entrare in paese dalla parte di Forlì”. Il manufatto, riedificato dopo i danni causati dai bombardamenti durante il Secondo conflitto mondiale, si presenta ancora così: arditissimo e molto suggestivo, a poca distanza di quel che resta dell’antico castello, attorno al quale i civitellesi hanno nei secoli ricostruito e ampliato la loro città.

Cesena: Ponte Malatestiano o Ponte Vecchio 

Nel 1403 Andrea Malatesta, signore di Cesena, fece iniziare i lavori per la costruzione sul fiume Savio di un ponte in pietra, al posto di quello di legno. I lavori terminarono dopo qualche decennio con Domenico Malatesta Novello che, per ben due volte, impose un’apposita tassa a tutti i cittadini. L’opera grandiosa, con ben cinque arcate fondate su potenti blocchi di pietra, oggi da tutti i cesenati è denominata “Ponte Vecchio”. Fu gravemente danneggiato durante il Secondo conflitto mondiale e poi ricostruito nel 1946. 

Alfero (Verghereto): Ponte “romano”

Uno dei ponti che scavalca il torrente Alferello che si trova ai margini del paese di Alfero è comunemente denominato “ponte romano”. In realtà fu progettato nel 1839 per sostituire una palancola senza spallette e scivolosa che rendeva rischioso l’attraversamento. Il ponte di pietra, a un solo arco poggiante su grossi massi, fu costruito un decennio più tardi. Qualche chilometro più a valle il corso d’acqua forma le famose cascate dell’Alferello con un salto di circa trenta metri, un’attrazione naturalistica unica e una metà turistica molto frequentata durante il periodo estivo.

Santa Sofia: Ponte Nuovo 

Nel XVI secolo il territorio di Santa Sofia cadde sotto l’influenza fiorentina e vi rimase per diversi secoli. È per questo che il progetto per la costruzione del ponte principale sul fiume Bidente fu molto probabilmente affidato allo scultore e architetto toscano Bartolomeo Ammannati, artista fra i più importanti del suo secolo, che lavorò a lungo per il Granducato di Toscana e, di conseguenza, per la famiglia de’ Medici. La struttura, che unisce la piazzetta del teatro a piazza Matteotti dove sorgono la sede del Comune e la Torre Civica, è stata ricostruita nel 1947-48, dopo che i soldati tedeschi in ritirata l’avevano fatta saltare.

Modigliana: Ponte della Signora

Presso Modigliana esiste un bel ponte chiamato “della Signora”, forse di epoca medioevale. Posto sul torrente Acerreta, il ponte ha tre arcate, di cui la centrale è a schiena d’asino. L’area ove sorge Modigliana è stata abitata fin dall’età preistorica, come testimoniano reperti rinvenuti in zona. Si tratta forse del “castrum mutilium, citato dallo storico Tito Livio. Qui nacque la stirpe dei Conti Guidi, potente famiglia dominatrice di oltre duecento castelli tra la Romagna e la Toscana.

Rimini: Ponte di Augusto e di Tiberio 

Il ponte romano di Augusto e di Tiberio sul fiume Marecchia a Rimini è storicamente il più importante e antico della Romagna. La sua edificazione fu iniziata nell’anno 14 e terminata nell’anno 21 d.C. Costruito in pietra d’Istria, presenta cinque arcate. È situato nel punto in cui termina la via Flaminia e inizia la via Emilia. Nel corso dei secoli ha resistito alle insidie del tempo e degli uomini ed è stato restaurato più volte.

Cesenatico: Ponte della Piazza 

Ogni giorno dalle spallette del Ponte della Piazza di Cesenatico si sporgono centinaia di persone per immortalare uno dei soggetti più fotografati in Emilia-Romagna: la flotta di antiche barche del Museo galleggiante della Marineria. Attratti dallo straordinario spettacolo dei colori delle vele e delle imbarcazioni, o dal caratteristico presepe che viene allestito sulle barche nel periodo natalizio, sono in pochi a notare due vestigia del ponte come le due antiche colonne di probabile origine greca-bizantina, installate durante il dominio dei Veneziani nel 1500. Nel suo tratto più interno il porto canale ha mantenuto le linee disegnate nel 1502 da Leonardo Da Vinci, chiamato da Cesare Borgia a studiare possibili interventi per migliorare l’importante infrastruttura già esistente.  

Meldola: Ponte dei Veneziani

Il ponte dei Veneziani, a cinque arcate a tutto sesto, era esistente anche prima del breve dominio a Meldola della Serenissima (1503-1509). Se ne trova menzione sin dal 1300, tuttavia fu risistemato e in parte rifatto sotto la Repubblica di Venezia. Siccome le sue fondamenta poggiano su palafitte, si accreditò tutta la costruzione ai veneziani. Nel 1944, nel corso del Secondo conflitto mondiale, fu quasi interamente distrutto da bombardamenti aerei. Nella ricostruzione sono stati mantenuti i tratti del vecchio manufatto, nonostante l’ampliamento della carreggiata, celando le parti in cemento con blocchi di finitura.

Forlì: Ponte sul fiume Rabbi

Documenti d’archivio attestano fin dal 1196 la presenza di un ponte in legno che permetteva di superare il fiume Rabbi fra le frazioni Ca’ Ossi e Vecchiazzano, nel territorio del Comune di Forlì. Nel 1842 una grande alluvione arrecò danni enormi al manufatto e nel 1860, su progetto di Giulio Zambianchi ed Ernesto Manuzzi, fu realizzata la bella struttura in mattoni, tutt’oggi esistente. Nel 1944 fu l’unico tra i ponti forlivesi a salvarsi, pur subendo consistenti danni, dai bombardamenti alleati prima e dalla devastazione tedesca poi.

Savignano sul Rubicone: Ponte Romano 

Il ponte di epoca romana sul Rubicone è il più antico monumento di Savignano ed è il simbolo stesso della città. La sua data di costruzione non è certa. Da sempre definito “consolare”, alcuni storici ne fanno risalire le origini all’anno stesso della costruzione della Via Emilia (187 a.C.), mentre per altri vanno individuate agli inizi dell’epoca imperiale. Fu con ogni probabilità Ottaviano Augusto a dare inizio ai lavori di erezione del ponte in pietra sul Marecchia, poi fu ultimato dal suo successore Tiberio.  

Premilcuore: Ponte in località Giumella

La costruzione del ponte per attraversare il fiume Rabbi, in località Giumella di Premilcuore, risale intorno al 1656. Venne edificato al posto di uno più antico, crollato nella prima metà del Cinquecento. Ha una sola arcata di 16 metri che sovrasta “la grotta urlante”, una gola del corso d’acqua dove le acque scorrono vorticosamente e fragorosamente. Sulla parte destra del ponte è presente l’edificio di una vecchia gualchiera costruito ai primi anni del XVII secolo dove, in passato, veniva lavorata la lana e i panni di lana. Il tutto crea un luogo di straordinario valore ambientale, naturale e storico. 

Portico di Romagna: Ponte della Maestà 

L’origine di Portico di Romagna risale con ogni probabilità al tempo dei romani. Nel Medioevo esisteva un castello con cinta di mura in parte preservate e proprio nei loro pressi, sul fiume Montone, si erge un bel ponte a schiena d’asino, detto “della Maestà”. Notizie riguardo la costruzione del primo attraversamento in legno si hanno a partire dal 1328, mentre quello attuale in sasso fu edificato fra il 1668 e il 1778. Alla sua estremità è collocato un piccolo oratorio detto della Visitazione o della Maestà.

Bocconi (Portico di Romagna): Ponte della Brusia

Nella frazione di Bocconi, tra San Benedetto e Portico di Romagna, si trova un ponte a schiena d’asino a tre arcate, completamente in sasso, denominato “della Brusia”, raggiungibile percorrendo una vecchia mulattiera lungo il fiume Montone. È da considerare il ponte più antico della Romagna-Toscana. Fonti d’archivio attestano che il manufatto originale risale al 1300, anche se l’attuale struttura è posteriore al 1715. In quel punto il fiume dà vita a un luogo di grande suggestione: una bellissima cascata con un ampio gorgo.

Nella foto di Tiziana Catani e Dervis Castellucci il ponte di Civitella 

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016). 

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