Dopo il voto di domenica avevo maturato delle convinzioni che, in parte, si sono sgretolate dopo le parole della leader dei 5Stelle
Sarà perché l’ho fatto per lavoro per oltre 30 anni, ma alla lettura quotidiana dei giornali non riesco a rinunciare. Ogni volta lo vivo come un arricchimento. C’è sempre qualcosa di nuovo da conoscere e da imparare. A volte le proprie convinzioni vengono rafforzate, altre vengono messe in dubbio.
Ad esempio, la lettura degli speciali elettorali nei quotidiani locali mi ha tolto quelle certezze che avevo maturato domenica notte, quando stava prendendo corpo l’esito del voto, non tanto quello a livello nazionale, ma locale.
A farmi riflettere sono state le dichiarazioni fatte da Antonella Celletti, Lega Nord, e Natascia Guiduzzi, 5Stelle.
Va detto che le parole della prima potevano essere messe in conto. L’inossidabile esponente leghista, riferendosi alle amministrative del prossimo anno, ha detto che “si dovrà tenere conto” delle forza del Carroccio. Per ora non è un’opa sulla candidatura, ma se fossi in Marco Casali (ora è in Brasile in vacanza) un po’ mi preoccuperei. Non a caso il buon Marco subito dopo lo spoglio ha cominciato a leghizzarsi.
Molte delle certezze che avevo invece sono state scardinate dalle parole di Natascia Guiduzzi. La leader maxima dei pentastellati cesenati ha detto: “Comincia da qui la nostra campagna elettorale per le amministrative del 2019. A livello locale il risultato è entusiasmante. Siamo consapevoli che le percentuali del nazionale saranno diverse da quelle amministrative, ma siamo pronti. Il gruppo c’è”.
Come, mi sono chiesto, dopo un risultato così esaltante (i 5Stelle sono il primo partito della città) tira il freno? Perché?
Ed allora sono andato a sfogliare i miei archivi ed ho capito il perché delle parole della zarina. Alle politiche del febbraio del 2013 il Pd prese poco più del 38 per cento e i 5Stelle poco più del 26.
Alle amministrative del giugno 2014 le cose andarono diversamente. I 5Stelle presero il 15,87 al quale potrebbe essere aggiunto il 3,85 di Cesena siamo noi (stessa area). Il Pd invece volò al 48,32. Ci sono però due cose da dire. La prima è che il Pd sfruttava l’effetto Renzi. Si votava anche le europee nelle quali il messere fiorentino prese il 40 per cento. Poi non c’era l’effetto Lega. Nel 2014 il Carroccio prese un misero 2,75. Nelle politiche 2018 il Carroccio è volato al 15,87. E questo è un elemento che non può essere sottovalutato. Alla luce di tutti questi dati, però, capisco i dubbi di Natascia Guiduzzi.
E credo si capirà anche perché si sono sgretolate molte delle certezze che avevo dopo la notte di domenica. Quindi, al momento attuale, non credo che nessuno (sondaggisti a parte) possa azzardare previsioni su come finirà il prossimo anno. L’impressione è che sia una pagina quasi tutta da scrivere. Anche perché, poi, ci saranno anche altri elementi a pesare. Innanzitutto il trend nazionale. Cosa succederà?
Poi potrebbe, in qualche modo, essere destabilizzante la presenza della lista Pizzarotti. Il sindaco di Parma ci sta lavorando. Per la verità si è sempre parlato delle regionali. Ma, essendo a pochi mesi di distanza, quello amministrativo potrebbe essere un test interessante.
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