Il risiko degli ospedali romagnoli

Non è solo la questione del numero dei posti letto a caratterizzare la bozza di linee d’indirizzo per la riorganizzazione ospedaliera in Romagna. Il documento, spiegato dai vertici dell’Ausl Romagna, contiene anche focus sull’emergenza-urgenza, sulle cure intermedie e sui servizi trasversali.

Le vocazioni dei territori vengono riaffermate, andando a garantire risposte di qualità maggiore. Nello specifico, dei quattro presidi principali, per Rimini si tratta dell’area materna-infantile; per Cesena il trauma center e neurochirurgia; per Forlì la chirurgia oncologica e la rete oncologica; per Ravenna l’attività cardiovascolare».

Certo, «rimangono alcuni nodi da sciogliere», all’interno del confronto con tutti i sindaci romagnoli da terminare entro la fine dell’anno. Il documento contiene anche un passaggio sul nuovo ospedale di Cesena, per il quale l’assessore regionale Venturi ha validato il percorso. Rientra infatti nelle tre nuove strutture che si intende realizzare in regione.

Tornando alla bozza del piano di riorganizzazione, oltre alla razionalizzazione dei posti letto, prevede un potenziamento dell’attività del 118, con l’obiettivo di «garantire il rispetto dei tempi di attesa. Sono sette i Pronto soccorso: Ravenna, Faenza, Lugo, Forlì, Cesena, Rimini e Riccione; e altrettanti i punti di primo intervento ospedaliero, Cervia, Santa Sofia, Cesenatico, San Piero in Bagno, Santarcangelo, Cattolica e Novafeltria. Invece Bellaria e Mercato Saraceno sono considerati punti di primo intervento territoriale gestiti dai medici di continuità assistenziale rispettivamente per 12-16 ore e per 24 ore. Quanto a Savignano sul Rubicone e Forlimpopoli, avranno ambulatori di osservazione e terapia gestiti dai medici di medicina generale e aperti 12 ore. Per quanto riguarda i mezzi di soccorso nelle aree di confine, Santarcangelo e Cesenatico avranno per 24 ore un’ambulanza e un’automedica; e Savignano, Bellaria e Cervia un’ambulanza. Infine confermate le quattro aree di terapia intensiva a Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, mentre Lugo, Faenza e Riccione diventeranno piattaforme semi-intensive.

Sul fronte delle cure intermedie e degli ospedali di prossimità da 15-20 posti letto. Così i posti a valenza intermedia passeranno dagli attuali 56 a 127, dunque 71 posti letto in più di cui 45 da riconversione e 26 nuovi. Più nello specifico per Forlì-Cesena 10 a Cesenatico, otto a San Piero in Bagno, sei più eventuali tre a Savignano sul Rubicone, quattro più due a Mercato Saraceno, 28 a Forlimpopoli, 14 a Modigliana, quattro più due a Premilcuore, quattro a Santa Sofia. Per Ravenna, se ne contano nove a Cervia e 15 a Brisighella, per Rimini nove a Santarcangelo, quattro a Cattolica e cinque a Novafeltria. Delle 25 Case della salute previste, 21 sono funzionanti, tre progettate e una in programma.

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Manuel Poletti

Manuel Poletti è direttore del periodico Settesere-Qui. Tiene una rubrica mensile su "La Romagna Cooperativa" che viene pubblicata anche su Romagnapost.it