I perché dello sciopero generale

Giuliano Zignani (Uil) spiega i motivi della scelta

CESENA. Cgil e Uil hanno proclamato lo sciopero generale per il sedici di dicembre. Decisione presa dopo che sono state ritenute insufficienti le risposte del governo. Perché questa decisione? Giuliano Zignani, segretario regionale della Uil, spiega i motivi che hanno portato alla forma più dura della lotta sindacale.

«Perché lo sciopero generale? La risposta è semplice: non si poteva evitare perché il Governo, Mario Draghi in testa, lo ha cercato pervicacemente e in modo capzioso. Ora mi spiego.  Metterci davanti ad un fatto compiuto, o meglio ad una manovra finanziaria che così deve essere, recitando al contempo il ruolo di chi è pronto ad accogliere proposte e suggerimenti, è uno schiaffo all’intero Paese. Già perché prendere a schiaffi una sigla sindacale significa prendere a schiaffi il Paese: persone vere, non numeri. Quindi lavoratori, pensionati, famiglie, bambini, giovani.

E’ inaccettabile. Proprio per questo ora diciamo Basta! Un Basta democratico, rispettoso delle Istituzioni, ma un Basta che sale dal Paese.

Due anni di pandemia ci hanno stremato. Le ferite sono profonde, alcune anche pregresse e mai risolte. E questo Governo cosa fa? Invece di accompagnare la ripresa, sostenendo chi ha evitato che il Paese crollasse, lavoratori e pensionati, torna a bastonarli.

Giuliano Zignani (via Facebook)

Le nostre richieste sono chiare. Chiediamo una vera riforma che non danneggi nessuno e che pensi ai giovani e il Governo risponde con quota 102, se non la Fornero. Chiediamo investimenti sulla scuola e il Governo risponde picche. Chiediamo risorse per dare fiato alle buste paga dei lavoratori e alle pensioni, entrambi tartassati e il Governo dà fondi alle imprese. Chiediamo investimenti per avere ammortizzatori sociali equi, politiche attive per il lavoro, risolvere le infinite crisi aziendali aperti oppure di approvare una legge che istituisca  il fondo per la non autosufficienza e il Governo non mette un euro. Tutto questo nonostante i miliardi in arrivo per il Pnrr.

Sfogliando le pagine della manovra, quello che constato con amarezza è che il Governo non vuole un paese all’avanguardia, dove i diritti sociali sono garantiti a tutti, dove nessuno viene lasciato indietro, ma vuole un paese povero dove i pensionati aprono i cassonetti in cerca di cibo, dove le disparità scaveranno solchi incolmabili, dove se sei giovani è meglio che fai le valige e te ne vai all’estero. Oltre che inaccettabile, tutto questo, per noi, è incredibile.

Mi ripugna questa visione di società dove, ad esempio, si potrà curare solo chi ha un buon conto in banca (a questo arriveremo se non si investe sulla sanità), dove persino i terzultimi non varranno niente. Basta a questa visione di società che non ci può appartenere perché, noi come sindacato dei cittadini, saremo sempre dalla loro parte e difenderemo sempre i loro diritti davanti a chi li vuole calpestare. Governo, in primis.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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