Capisco, ma non mi adeguo

In arrivo una riforma costituzionale che non risolve i problemi

Non se ne parla molto, ma in dirittura d’arrivo c’è una legge di riforma costituzionale che prevede una consistente diminuzione dei parlamentari. Fra i due rami del Parlamento ci sarà un cali di 345 eletti: da 945 a 600. Alla Camera si passerà da 630 a 400 e al Senato da 315 a 200. Ci sono già stati tre passaggi parlamentari. Quindi ne manca uno. Tendenzialmente ci sarà entro ottobre. Poi, in caso di definitiva approvazione, servirà il referendum perché la legge, comunque, non sarà approvata con i due terzi dei voti. Secondo i 5Stelle ci sarà un risparmio di 500 milioni a legislatura. Secondo altri la cifra sarà inferiore.

È una proposta che non mi piace. Avrei preferito qualcosa d’altro: il taglio del Senato. Il grosso problema è la mancanza di rappresentanza. Ci sono degli aspetti tecnici sollevati dai costituzionalisti.  Ritengono che ci possa essere una riduzione del ruolo del Parlamento che, unitamente all’iter legislativo, lasciando intatto il bicameralismo paritario, avrebbero problemi di funzionamento. Inoltre i partiti minori non riuscirebbero a essere rappresentanti perché le liste, già escluse dalla corsa per ottenere i seggi uninominali, non riuscirebbero a ottenere seggi, soprattutto al Senato. Le soglie che tutelano le minoranze politiche sono tarate oggi sul numero di 945 parlamentari in totale. Il problema si presenterebbe ancora più sentito presso le commissioni permanenti. 

Ci sarebbe poi un problema molto meno tecnico, ma concreto: il mancato rapporto con il territorio. Il parlamentare è fondamentale per seguire le istanze del territorio. Uno degli esempi è la E45. Oppure la secante. Sia chiaro: la circonvallazione andò avanti grazie alla determinazione di Edoardo Preger e Davide Trevisani. Ma, se non ci fosse stato Roberto Pinza avremmo dovuto attendere molti anni in più. Ed è chiaro che più il collegio è vasto, maggiori sono le difficoltà a seguirlo.


Con questo non voglio dire che sono contrario al taglio dei parlamentari, ma andava fatto in un altro modo: con la cancellazione del Senato. Era la strada più sensata. Però i grillo leghisti non potevano proporla dopo aver votato contro alla proposta del governo Renzi. Magari era imperfetta, ma il Senato lo cancellava. Ed allora, per soddisfare la pancia della gente, ecco venire avanti con una riforma pasticciata. Boh.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.