Carradori non può sbagliare

Un suo fallimento porterebbe a picco l'Ausl unica. Il pensiero della Uil

Dall’Ausl unica romagnola era lecito pretendere molto di più. Sette anni fa era nata con ben altre aspettative. La filosofia era chiara: risparmiare nelle spese generali per poi reinvestire nella sanità. Come si poteva dire di di no, anche perché giravano business plan che parlavano di un risparmio di almeno dieci miliardi. Tutto o quasi però è rimasto lettera morta. Quindi pare non avere tutti i torti chi sostiene che tanto valeva continuare con l’area vasta.

C’è però un dato di fatto incontrovertibile: l’Ausl unica di Romagna ha enormi potenzialità. Bisogna riuscire ad esprimerle declinandole nella nuova filosofica di sanità che è venuta avanti anche dopo l’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus.

È questo che dovrà fare Carradori, il nuovo direttore generale. È stato scelto proprio per questo. Per dare un volto moderno alla sanità romagnola. Lui, il papà del 118 unico, ha sempre ragionato in un’ottica di area vasta. Se invece imposterà il suo mandato gestendo l’esistente avrà fallito e con lui il progetto di Ausl unica. Uno stimolo in tal senso gli arriva anche dalle segreterie romagnole della Uil. Il documento.

Tiziano Carradori

La Ausl Romagna è “nata” nel lontano 2006, e quindi ben prima della fusione delle 4 ex aziende sanitarie provinciali romagnole, quando l’Area Vasta Romagna muoveva i suoi primi passi e poneva le basi per rilevanti innovazioni quali ad esempio la costituzione del Laboratorio Unico di Pievesestina o la Centrale Operativa 118 Romagna risultate essere modelli vincenti, tant’è che sono state mutuate successivamente in altri territori della Regione.

Riteniamo, pertanto, illuminata e più che condivisibile la scelta di uno degli artefici della “prima” Area Vasta Romagna fatta dalla Giunta Regionale per la guida di una delle Aziende sanitarie più grandi e complesse nel panorama nazionale della sanità pubblica che può altresì contare su integrazioni di strutture rilevanti quali quelle con l’Istituto Scientifico per la cura dei tumori di Meldola.

Un’ Azienda che non ha ancora dimostrato il suo vero potenziale per la scarsa lungimiranza e attenzione da parte di quelle figure di indirizzo politico e di vertice gestionale-organizzativo che a vario titolo le si sono dedicati.

Tiziano Carradori

Le realtà territoriali che la compongono (“le storiche Romagne”) non sono ancora diventate quella rete sociosanitaria interconnessa e organica che permetterebbe, valorizzando TUTTI i territori della Romagna, una soddisfacente ed efficiente gestione dei processi e una vera attenzione di quella che si è dimostrata la grande risorsa di questa Azienda: i Lavoratori.

 Lavoratori troppo spesso trascurati se non addirittura maltrattati dalla Dirigenza che sino ad oggi ha governato la AUSL. Una Dirigenza che in larga parte si è dimostrata senza quella capacità critica rispetto alle scelte sbagliate di vertice. Una capacità critica assente che è, talvolta, il vero valore aggiunto e dovere primario di chi vanta un ruolo di rilievo all’interno di una Organizzazione della complessità dell’Ausl della Romagna.

A ciò si aggiungono situazioni, come il vecchio Bufalini ancorché citato come valore dal neo Direttore Generale il quale è stato, come più volte detto dalla UIL, abbandonato a sé stesso, sacrificato nel nome di un Ospedale promesso sulla carta ma che per i prossimi 10 anni non sarà sicuramente operativo, o l’Ospedale di Ravenna per il quale l’ultimo investimento degno di nota, il DEA, risale alla programmazione di edilizia sanitaria di 20 anni fa, piuttosto che la poca chiarezza con la quale è stata gestita in questi anni la sanità nel territorio riminese.

Come UIL abbiamo spesso criticato il servilismo che molte, ma non tutte, le posizioni chiave nella dirigenza della AUSL hanno sostenuto, tacendo, scelte sbagliate adottate dalla precedente Direzione Generale.

A nome dei tantissimi Lavoratori di AUSL Romagna che la UIL rappresenta apprezziamo che una delle parole d’ordine del prossimo Direttore Generale sia ASCOLTO. Chiediamo, da un lato, un vero cambio di passo che possa individuare una Dirigenza qualificata, competente, energica e con capacità critica e, dall’altro, di assicurare un vero sostegno ai lavoratori i quali, in uno dei momenti più terribili per l’Italia, hanno saputo garantire la qualità di servizi fondamentali per il benessere collettivo spesso con il solo sostegno del loro senso del dovere e nonostante lo scarso supporto dimostrato dai vertici aziendali.

La UIL come sempre garantirà sostegno se le azioni di Governo saranno indirizzate verso queste due direttive al contrario si contrapporrà con tutte le energie se gli obbiettivi della nuova Direzione vedranno ancora quale principio cardine quello di una gestione alla giornata e senza alcuna ambizione.

Ci auguriamo quindi che, oltre alla capacità di ascolto già citata dal neo Direttore Generale, tra le sue parole d’ordine vi siano anche VISIONE FUTURA, e (grande) CORAGGIO.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.