Innovazione ed inclusione per consolidare il patrimonio culturale mondiale

resint1Si è concluso sabato 27 febbraio 2016 il corso intensivo in “Resilience in Beni Culturali” che ha visto la presenza per 6 giorni, presso il Centro Universitario di Bertinoro, di 10 corsisti, selezionati sulla base di forti competenze in questo ambito e di importanti esperti in materia, coordinati dal prof.Massimo Bianchi dell’Università di Bologna, Campus di Forlì (nella foto con la prof.ssa. Vicky Kynourgiopoulou)

“Questo tipo di formazione – spiega lo stesso Bianchi – affronta un tema di grande attualità e non riguarda solo i progetti da mettere in campo dopo catastrofi naturali, quanto le azioni da attivare dopo disastri provocati dall’uomo: il pensiero corre, ovviamente, ai recenti e terribili danni provocati dal terrorismo islamico a diversi siti storici e monumentali, per cancellarne culture e storie millenarie. Sono episodi drammatici, che però implicano una riflessione sul concetto di bene culturale, da non intendere semplicemente come monumento, ma piuttosto come insieme di situazioni ad esso collegate: persone, società locale e specialmente turisti. Uno dei danni principali ad un bene culturale è il crollo delle presenze di turisti: per questo affrontare in modo innovativo le attività di resilience significa non solo prendere in esame il recupero, ma occuparsi di prevenzione e di favorire una percezione di sicurezza nel turista”.

Questo approccio innovativo è stato espresso con forza dalla prof.ssa Vicky Kynourgiopoulou, archeologa, esperta in patrimonio culturale e culture del mondo, oltre che docente in diverse Università (Roma 3 e Illinois): “Oggi la globalizzazione – spiega Kynourgiopoulou – ha fatto sì che che la cultura di un paese sia la cultura del mondo intero, per cui il patrimonio culturale diventa un mezzo efficace per generare la pace fra popoli: è da proteggere e specialmente consolidare, per poter essere consegnato alle generazioni future. Questo obiettivo tanto importante si raggiunge tramite un’inclusione reale fra il turista e la comunità locale, che rifugga politiche di colonialismo, ma si basi su una strategia bottom up, ovvero un approccio che parta dal basso (le persone) e si sviluppi in sistemi di relazione sociale che coinvolgano istituzioni, governi e imprese private. Si tratta di un processo che implica una sorta di educazione del turista nei confronti del patrimonio culturale che visita, basato sul rispetto e sul desiderio di costruire una relazione con le popolazioni locali: si dissolverà così la paura del turista e si genererà una conoscenza più profonda dei luoghi e delle culture con cui viene in contatto, aspetti indispensabili di questa relazione che si deve venire a creare. Un’inclusione, dunque, che dovrà coinvolgere in primis le agenzie di viaggio, al fine di stimolarle a proporre percorsi turistici che favoriscano la conoscenza delle comunità e facilitino l’utilizzo di strutture recettive locali, per poi allargarsi alle Istituzioni e al tessuto delle imprese, al fine di creare sinergie che riguardino gli ambiti culturali e, in certi casi, espandersi ad altre aree di business”.

“Questa rivoluzione culturale – conclude il prof. Massimo Bianchi – implica la realizzazione di un vero e proprio progetto che faccia cadere barriere e preconcetti: il nocciolo del nostro progetto formativo è quello di comunicare che il patrimonio culturale è parte integrante della vita e non è assolutamente diviso dalla quotidianità: in questo senso può sviluppare benessere per le persone e business per le imprese. L’Università di Bologna ha abbracciato questa nuova modalità e su questa linea intende giocare un ruolo importante per la formazione dei professionisti di domani e per l’affermazione di questa strategica visione del patrimonio culturale mondiale”.

 

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Gigi Mattarelli

Gigi Mattarelli è legale rappresentante dell'agenzia di pubblicità Grafikamente, oltre che giornalista pubblicista da circa 30 anni, con una predilezione spiccata per la comunicazione sociale. E' direttore responsabile della rivista "Percorsi Solidali" edita dalla stessa Grafikamente, che da quasi 10 anni racconta storie di volontariato, cooperazione e associazionismo locale. Nel tempo libero dà sfogo alle sue grandi passioni, ovvero la bicicletta, il tifo per l'Inter e la venerazione per un gruppo musicale "cult" italiano, i Nomadi. E' autore dei volumi "C'era un volta un re bisre, bisconte, binè..." che ricorda la figura di don Amedeo Pasini, "Forlì&dintorni su due ruote" (ovvero 20 percorsi in biciletta alla scoperta della Romagna). "Il ruggito del Leone" (dialoghi con Romano Baccarini), "Un sorriso contagioso" (che racconta la storia di Luca Berardi, atleta forlivese campione di nuoto e sci nordico) e "Innamorata di Dio. Bendetta Bianchi Porro raccontata ai ragazzi".