Olmo e Nel Blu verso una sola realtà

Due protagonisti storici della cooperazione sociale riminese hanno deciso di aggregarsi per giocareun ruolo sempre più di primo piano. «Il primo passo è stato il contratto di rete». Alfio Fiori racconta i processi di fusione in corso all’interno di Legacoop Romagna

L’unione fa la forza. Collaborare, mettersi in rete, fino a scegliere di fondersi, oggi diventa indispensabile per essere più forti e competitivi sui mercati. Anche per le cooperative sociali. Dalla fusione tra due protagonisti “storici” della cooperazione sociale nel territorio riminese, Olmo e Nel Blu, vedrà la luce a Rimini entro quest’anno una nuova realtà, destinata a giocare un ruolo di primo piano in settori come i servizi di igiene ambientale, pulizie civili e industriali, manutenzione del verde.

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Un percorso che affonda le sue radici nel contratto di rete siglato nel 2011 dalle due società con un’altra importante “collega” riminese, la cooperativa Cento Fiori. Un’esperienza che era stata pionieristica, sottolinea Alfio Fiori, direttore di Olmo e Cento Fiori e coordinatore tecnico della rete delle tre cooperative.
«È stato il primo contratto di rete registrato a Rimini. Abbiamo colto l’opportunità, sostenuti da Legacoop, per mettere insieme alcuni servizi a partire da quelli amministrativi. È iniziata da qui una collaborazione più stretta sulle attività comuni, iniziando successivamente a ragionare in questo ambito di una possibile fusione fra Olmo e Nel Blu. Dal luglio 2014, verificata la fattibilità tecnica della fusione, Federcoop Nullo Baldini è stata incaricata della redazione del piano industriale, deliberato dai consigli delle due cooperative e quindi messo ai voti delle assemblee il 20 marzo per procedere alla fusione. Si potrebbe tecnicamente arrivare al traguardo entro quest’anno».

Numeri importanti
La nuova cooperativa sociale avrà dimensioni ragguardevoli per il territorio romagnolo e riminese. «Da sempre le cooperative hanno ragionato su come radicarsi in misura sempre maggiore, forti di una conoscenza capillare del territorio. Con la riduzione progressiva degli affidamenti diretti, siamo abituati a competere nelle gare e nel mercato, lavorando sia con enti pubblici e società in house, sia per aziende e privati». Insieme, le due realtà che andranno a fusione, sommano oggi un fatturato di oltre 12 milioni di euro, con 320 dipendenti a cui se ne sommano altri 120 nel periodo estivo e con un inserimento lavorativo vicino al 40%. Attive nei servizi di igiene ambientale, pulizie civili e industriali, manutenzione del verde, da sempre occupano anche numerose persone che, pur non avendo una certificazione di “svantaggio”, sono più fragili.

Cooperatore da sempre
Fiori, 47 anni, è un esempio concreto di professionalità e persona cresciuta nel movimento cooperativo. «Sono un cooperatore di “terza generazione”: mio nonno era un cooperatore agricolo, mio padre edile. Sono entrato facendo l’impiegato nel settore della cooperazione turismo e servizi e tuttora sono un dipendente. Nella cooperazione ho avuto grandi possibilità di crescita professionale, nella consapevolezza che in questo campo non ci si arricchisce economicamente, ma si dà grande dignità al lavoro e si ha la soddisfazione umana di mettere a disposizione le proprie capacità e competenze per dare una mano a sé e agli altri, aiutandosi l’un l’altro. Ho una formazione economica, avrei potuto intraprendere una carriera manageriale nel privato, invece ho fatto una scelta di tipo diverso. In cooperativa, inoltre, si lavora veramente insieme, il gruppo è un elemento reale. Per chi ha capacità, e per chi sa farsi carico delle responsabilità, nella cooperazione c’è spazio, con un’ulteriore “tensione” positiva: l’impegno di dirigere una macchina composta di soci, non di semplici dipendenti esecutori di mansioni. In assemblea siamo tutti uguali e chi ha responsabilità, deve rendere conto a tutti i soci».

Le sfide da affrontare
Fiori evidenzia anche alcune sfide e criticità che interessano la cooperazione. «Come la maggior parte delle imprese, abbiamo la fila di persone che cercano lavoro, anche chi fino a ieri non aveva mai avuto problemi. È una questione di cui ci facciamo carico, confrontarci con chi si trova in grande difficoltà. Un dramma sociale che riguarda anche territori come il nostro, ricchi nei fatti, ma che l’evasione fiscale fa apparire più poveri nelle statistiche. L’evasione fiscale non è solo un problema di etica sociale, ma anche di un sistema che non etichetta chi evade come ladro, cosa che in realtà è».

La legalità al centro
È necessario riportare la legalità al centro, sottolinea ancora il direttore di Olmo e Cento Fiori.
«Noi con le nostre cooperative siamo la dimostrazione che si può lavorare onestamente. La cooperazione sociale in questi anni di crisi è stata anticiclica, anche facendo grandi sacrifici. È quello che fanno i cooperatori: investire utili nella cooperativa per creare nuove opportunità, per continuare a darsi e a dare occupazione. L’impresa è un valore, lo dice la Costituzione. Il problema è che in diversi casi la ricchezza diffusa ha bloccato la voglia di fare impresa e la finanza, che fa guadagnare di più e con meno rischi, governa da 20 anni il sistema imprenditoriale italiano. Dobbiamo invertire la tendenza, tornare a fare economia reale e per noi cooperatori vigilare sulla gestione delle cooperative, denunciando quelle false. Il caso della 29 Giugno mostra che cosa accade quando c’è un problema di management, ma anche di mancato controllo da parte dei soci. Noi, alla Cento Fiori, lavoriamo sui servizi per gli immigrati e abbiamo avuto finanziamenti come tutte le cooperative e le associazioni, laiche e cattoliche, che svolgono queste attività. E li abbiamo investiti per dare servizi alle persone, come da convenzione. Non per arricchirci. La vera cooperazione progetta e sviluppa attività nel territorio, presentando progetti spesso ambiziosi ma sempre concreti. Così come nelle nostre cooperative abbiamo saputo conservare un patrimonio che oggi ci consente di non avere problemi di credito. Abbiamo sempre presentato progetti seri, in grado di sostenersi, e finora non abbiamo avuto difficoltà a reperire canali di finanziamento».

Manager sociale
Nato a Rimini, 47 anni, dopo la laurea in Economia e commercio Alfio Fiori ha conseguito un master in Gestione e sviluppo dei servizi turistici. Dopo esperienze in cooperative del settore turismo e servizi (da Le Navi a Cooptur e Firma T.O., di cui è stato direttore commerciale e tecnico) e docenze di marketing, ha iniziato a lavorare nel 2003 per la cooperativa sociale Cento Fiori, di cui è direttore generale da maggio 2004. Dal 2007 è direttore generale anche della cooperativa sociale Ecoservizi L’Olmo e presiede dal 2012 SocialESCo, cooperativa sociale del settore efficientamento energetico. Socio fondatore, tra le altre, di Pacha Mama, cooperativa sociale del commercio equo e solidale, è stato, a vent’anni, consigliere nella prima legislatura della Provincia di Rimini e assessore alla Pianificazione territoriale, urbanistica, edilizia privata e pubblica del Comune dove risiede, Santarcangelo di Romagna, dal 2009 al 2011.

intervista a cura di Emer Sani
dalla Romagna Cooperativa 4/2015

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