L’astensionismo più che i 5 Stelle, questo colpisce. Metà degli elettori che non vanno alle urne per eleggere il proprio sindaco. Tutti i partiti dovrebbero riflettere sull’ultimo voto amministrativo. Il distacco fra società e politica infatti pare difficilmente sanabile. I motivi, per chi li capisce, possono essere diversi. Il primo partito colpito è il Pd, che perde quasi la metà dei grandi Comuni in cui governava al ballottaggio, mentre i 5 Stelle fanno 19 su 20 al secondo turno. In Romagna meglio Rimini (Gnasi bella conferma al primo turno) che Ravenna (De Pascale sindaco con un risicato 53% al ballottaggio).
Il messaggio è chiaro per chi sta governando, a partire dal premier Renzi. Gli elettori di centrodestra se devono scegliere votano i candidati grillini e non quelli democratici, con buona pace del patto del Nazareno. Poi c’è il problema già rilevato le settimane scorse della parte sinistra dell’elettorato che, in molti territori, ha disertato le urne (anche in Romagna) perché non più rappresentata. Un blocco sociale largo che aveva nella militanza un punto di riferimento, invece col partito liquido ha perso ogni stella polare. Segnali gravi ci sono pure sul nostro territorio con grandi feste di una volta (leggi lungofiume Imola) ridotte a piccoli appuntamenti di quartiere. Certo la crisi ha colpito duro ed ha lasciato segni profondi nel tessuto sociale. Per il Pd poi il flirt con l’Ala di Verdini sta risultando quasi mortale, oltre alla mancanza di una guida a tempo pieno presente sul territorio. Farebbe un gran comodo oggi a Matteo Renzi avere al suo fianco al Pd Vasco Errani, che qua conosciamo bene, uscito definitivamente da una questione giudiziaria sulla quale ci sarebbe da discutere a lungo.
Esce male dal turno elettorale anche il centrodestra, con la Lega che perde la leadership nella «sua» Lombardia, dove in quasi tutte le città ha avuto la meglio il Pd, dove Forza Italia è ridotta ai minimi termini, salvata solo da qualche buon candidato come Parisi a Milano, che pur perdendo, ha rappresentato una novità importante.
L’ora della verità invece scatta per i 5 Stelle, vincitori in città importanti come Roma e Torino, dove mettono in mostra sindache giovani e pare preparate, le vedremo presto all’opera, come anche a Cattolica, dove a sorpesa hanno vinto il ballottaggio. Slegati ormai dal cordone ombelicale di Grillo, i pentastellati sono ormai l’avversario anche a livello nazionale per contendere il governo del Paese nel 2018 (se ci si arriverà) a Matteo Renzi. In mezzo c’è il referendum costituzionale di ottobre…
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