Risiko nelle Bcc

Il prossimo passo è la fusione fra Credito Cooperativo Romagnolo e Ravennate/Imolese

Il dado è tratto. Completata l’operazione di acquisizione degli sportelli ex Brc: otto passano alla Ravennate/Imolese e tre al Credito Cooperativo Romagnolo. Non è uno spezzatino e nel caso sia ritenuto tale è comunque momentaneo. I due istituti di credito che hanno assorbito gli sportelli sono destinati a fondersi o unirsi, usate il verbo che volete. 

Non sarà un’operazione veloce, ma neppure troppo diluita nel tempo. Tutto lascia credere che quattro o cinque anni possa essere il lasso di tempo necessario per concludere una  trattativa che potrebbe iniziare entro la fine dell’anno e che dovrebbe portare a creare la prima vera Bcc romagnola.


I tempi non saranno velocissimi per un serie di motivi. Il marchio Credito Cooperativo Romagnolo (ex Banca di Cesena) deve continuare ad essere presente nel Cesenate fidelizzando ulteriormente il rapporto con i clienti. Ma si sa, in operazioni con queste, la parte più difficile è quella legata agli organici. È per quello che in passato non si fece la fusione tra Banca di Cesena e Martorano. Saltò quando tutto era deciso. Era un’operazione che se fosse andata in porto avrebbe cambiato nulla storia bancaria di Cesena. Quanto meno non ci sarebbe stato il crac della Brc con tutto quello che ha comportato per i risparmiatori.

Giancarlo Petrini, direttore Credito Cooperativo Romagnolo

Questa volta però assisteremo ad un altro film. Il problema invece potrebbe essere un altro: un’eventuale volontà egemonica da parte della Ravennate/Imolese. Stiamo parlando di un istituto di credito con numeri importanti. Il Credito Cooperativo Romagnolo ha una dimensione minore, ma non è alla canna del gas. Anzi, è ben capitalizzato ed ha un buon bilancio. Soprattutto per merito del direttore, Giancarlo Petrini. Ma l’abilità della guida è allo stesso tempo un bene e un limite. Perché tra qualche anno Petrini andrà in pensione. Tutti sono utili e nessuno è indispensabile, ma la perdita del timoniere sarebbe una perdita grave per il Ccr. Quindi si potrebbe ipotizzare che la fusione possa avvenire proprio quando Petrini andrà in quiescenza. 

Nel frattempo però dovrà essere lui a condurre tutta la trattativa. Perché è vero che la Ravennate/Imolese è più grossa, ma in sede di trattativa sarà importante la personalità e la competenza dei soggetti che si siederanno al tavolo. E l’attuale direttore del Ccr ha i numeri per reggere qualsiasi tipo di confronto.

Questo post è stato letto 68 volte

Avatar photo

Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *